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"A NEW COLD WAR?". LA REAZIONE RUSSA
ALLE NUOVE BASI NATO NELL'EST EUROPA

Il Comandante della NATO, gen. Jaap de Hoop Scheffer a colloquio con Alexander Mineev, corrispondente di Novaja Gazeta da Bruxelles sui rapporti tra Alleanza Atlantica e Federazione Russa.

Data: 2006-04-01

È trascorso ormai un decennio da quando i capi di Stato e di governo dei paesi della NATO e l'allora presidente russo Boris Eltsin siglarono a Parigi l'Atto Fondatore per fissare i principi delle reciproche relazioni. Cinque anni fa, presso la base militare di Pratica di Mare, Vladimir Putin presenziò alla firma della Dichiarazione di Roma sul Partenariato NATO-Russia. Nel giugno prossimo si terrà un incontro commemorativo dell'evento a Mosca. Tali ricorrenze hanno costituito lo spunto per l'intervista rilasciata dal Segretario Generale della NATO Jaap de Hoop Scheffer al corrispondente del giornale russo Novaya Gazeta.

 

Io penso che a Monaco il presidente Putin sia stato ingiusto nel descrivere lo stato dei rapporti tra NATO e Russia. Mi pare che le sue critiche non rendano giustizia a quello che noi abbiamo fatto, e facciamo, nell'ambito del Consiglio NATO-Russia. Potrei concordare pienamente con lui se sostenesse che siamo stati poco ambiziosi in questi anni e proponesse di prendere spunto dalla ricorrenza dei cinque anni da Pratica di Mare per rilanciare le relazione NATO-Russia in base ad obblighi reciproci e costruttivi che devono, a mio parere, essere i principi-guida del nostro rapporto con Mosca.

 

Non mi pare che la stampa russa sia confusa, ma direi piuttosto ostile e sospettosa rispetto al partenariato con l'Alleanza Atlantica, e questo credo sia frutto del condizionamento da parte di alcuni settori della leadership di Mosca. In realtà, la NATO si propone di continuare il dialogo con la Russia in modo da instaurare un confronto franco e trasparente che tenga conto delle posizioni di tutte le parti interessate.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, posso confermare che Washington ha intrapreso discussioni bilaterali con Polonia e Repubblica Ceca. Si ventila la possibilità di predisporre un apparato radar in Repubblica Ceca ed un sistema anti-missile in Polonia in funzione difensiva rispetto alle minacce derivanti da nazioni “problematiche”. Non vi è nessun riferimento alla Russia. Inoltre, si tratta di negoziati bilaterali che non interessano la NATO in quanto alleanza e rispetto ai quali non intendiamo interferire, anche se non nego che la nostra organizzazione stia valutando attentamente l'opportunità di rinforzare la propria capacità difensiva. A tal proposito credo che sia anche nell'interesse della Russia partecipare ad una discussione trasparente sull'argomento e condividere la nostra preoccupazione per quello che sta accadendo in Iran.

 

Ritengo esistano grandi possibilità di collaborazione. Chi avrebbe immaginato solo pochi anni fa che navi russe avrebbero operato congiuntamente con l'Alleanza nel pattugliamento del Mediterraneo? Con la Russia stiamo collaborando in diverse aree di intervento, combattendo il traffico di stupefacenti dall'Afghanistan all'Asia Centrale, dando vita ad esercitazioni militari congiunte senza tralasciare il settore civile. Negli anni scorsi, ad esempio, hanno avuto luogo grandi manovre congiunte in Italia e nella regione di Kaliningrad. Durante un incontro a Siviglia con Sergei Ivanov, allora ministro della Difesa, abbiamo discusso dell'eventualità che la Russia supportasse a livello logistico la NATO in Afghanistan. Potrei aggiungere altre proposte in progress per rafforzare la costruzione della fiducia tra le parti.

Benché si manifestino occasionali dissensi, tutto sembra funzionare…a me piace fare questo accostamento: come in un rapporto tra adulti, uno stato maturo ed un'organizzazione consolidata possono essere in disaccordo su qualche punto, ma sanno risolvere i propri problemi tramite il dialogo all'interno del Consiglio NATO-Russia.

 

 È preventivabile l'invito di nuovi paesi nel corso del prossimo summit dell'Alleanza? Quale sarà, a tal proposito, il futuro di Ucraina e Georgia?" L'ammissione di un paese alla NATO è legato ad una valutazione d'idoneità. Non sono in grado di prevedere se vi saranno inviti nel corso del summit del 2008, perché, allo stato attuale, non posso conoscere quale sarà il livello raggiunto dai vari paesi candidati per quella data. Nei Balcani, la Repubblica di Macedonia, la Croazia e l'Albania si stanno impegnando nel Piano d'Azione per prepararsi all'ingresso, mentre il resto della regione, Serbia inclusa, fatto per noi importantissimo, è stato incluso dopo il summit di Riga nel programma Partnership for Peace

Diverso è il discorso per quanto riguarda l'Ucraina con la quale l'Alleanza ha una lunga storia di contatti ed un dialogo continuo ed intenso. Allo stato attuale delle cose, la NATO guarda con attenzione al processo politico interno all'Ucraina, nella consapevolezza che debba essere Kiev a compiere il primo passo verso un rafforzamento del legame con l'organizzazione.

 L'espansione della NATO, le controversie rispetto al trattato ABM (riguardante i missili anti-balistici), la presenza di soldati americani in Bulgaria e Romania rappresentano motivi di malcontento all'interno dell'opinione pubblica russa. Come migliorare il livello di fiducia verso l'Alleanza?


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