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L'INNOVAZIONE FINANZIARIA ALLA FED

Originata da una fase di intense innovazioni da parte delle istituzioni finanziarie (cartolarizzazioni e altri strumenti di finanza strutturata), è ormai chiaro che la crisi subprime sta scatenando una serie di ulteriori innovazioni da parte della Fed nella gestione della liquidità.

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Originata da una fase di intense innovazioni da parte delle istituzioni finanziarie (cartolarizzazioni e altri strumenti di finanza strutturata), è ormai chiaro che la crisi subprime sta scatenando una serie di ulteriori innovazioni da parte della Fed nella gestione della liquidità. Ciò non sorprende, specie considerando che il timone della banca centrale americana è nelle mani del massimo esperto mondiale di crisi bancarie sistemiche.

 In effetti, Ben Bernanke scrisse la sua tesi di dottorato all'MIT proprio mettendo in luce i danni che la Fed aveva prodotto negli anni Trenta adottando una politica di rifinanziamento troppo timida di fronte alle massicce esigenze di liquidità di un sistema bancario messo in ginocchio dalla Grande Crisi, seguita al crollo di Wall Street dell'ottobre 1929. I diffusi fallimenti bancari causati dalla malaccorta politica monetaria restrittiva della Fed, come ha documentato Bernanke, contribuirono allora a trasformare una seria recessione in una profonda depressione che attanagliò gli USA e, più o meno, tutto il mondo fino alla metà degli anni Trenta. Per questo, non stupisce che, resosi rapidamente conto della gravità della salute del sistema finanziario, Bernanke abbia rapidamente dimesso le vesti, che aveva indossato da alcuni anni, di falco antinflazione per rispolverare la tunica di vate antideflazione.

Agli osservatori attenti non sfugge che il tornado delle innovazioni finanziarie – che non è circoscritto al solo fenomeno subprime ed è stato accompagnato da una politica monetaria a lungo troppo espansiva da parte della Fed – ha portato l'economia USA, se non quella mondiale, a operare su livelli di leva finanziaria decisamente eccessivi. Un ridimensionamento della leva è perciò necessario. Ma un deleveraging repentino passerebbe, con tutta probabilità, attraverso diffusi fallimenti degli intermediari finanziari, ampliando a dismisura il rischio dell'avvitamento debito/deflazione e del conseguente dipanarsi di una fase di profonda depressione economica. Le iniezioni di liquidità da cavallo della Fed e i salvataggi, estesi dal caso di Bear Stearns addirittura al di fuori del circuito degli intermediari bancari in senso stretto, sono dunque visti come un male necessario, una cura che abbassa la guardia antinflazionistica ma potrebbe evitare la ben più insidiosa spirale debito/deflazione.

Di fronte al mutato scenario nel quale deve dare liquidità al sistema finanziario, anche la Fed si trova però a dover innovare le frecce nella sua faretra. Perciò, Per arginare la crisi finanziaria sta utilizzando nuovi strumenti di intervento che costringeranno gli economisti a riscrivere i testi di politica monetaria. Vediamo brevemente gli aspetti principali di strumenti vecchi e nuovi.

Per prima cosa occorre distinguere le depository institutions dai primary dealers.

Le depository institutions sono banche commerciali che fanno parte del Federal Reserve System, pertanto soggette alla regolamentazione bancaria USA. Invece, i primary dealers sono 20 investment bank con le quali la Fed solitamente conduce operazioni di mercato aperto (acquista e vende titoli di Stato).

  • Iniziamo la panoramica analizzando le operazioni che la Fed, tramite il desk della Federal Reserve Bank di New York, compie con i primary dealers:
  1. operazioni di mercato aperto "single tranche": uno strumento nuovo di politica monetaria, creato il 7 marzo 2008, con cui la Fed stipula una serie di repo per un valore complessivo di 100 miliardi di dollari che si svolgeranno a tranches. Nella prima tranche i primary dealers potranno porre come garanzie collaterali solo titoli di Stato USA. Nella seconda tranche potranno usare come garanzia anche obbligazioni emesse dalle agenzie governative e nella terza tranche anche le Mortgage-Backed-Securities (MBS) emesse (o direttamente garantite) dalle agenzie governative. A differenza dei repo tradizionali, la durata dei single tranche, condotti una volta a settimana, può arrivare fino a 28 giorni;
  2. Term Securities Lending Facility (TSLF): uno strumento nuovo di politica monetaria, creato il 10 marzo 2008, con cui la Fed presta titoli di Stato ai primary dealers in cambio di un'ampia varietà di titoli. In pratica, è un pronti contro termine ma non titoli contro moneta bensì titoli contro titoli. I titoli che la Fed accetta per questo tipo di operazione sono: titoli di Stato, MBS emessi o garantiti dalle agenzie governative, Residential Mortgage-Backed Securities (RMBS) privati con rating tripla A, Commercial Mortgage-Backed Securities (CMBS) e Collateralized Mortgage Obligations (CMO) emessi dalle agenzie governative. Le operazioni vengono condotte su base settimanale e hanno durata di 28 giorni;

Vediamo ora le operazioni che la Fed, tramite le sue 12 banche regionali, conduce con le depository institutions:

  1. Term Discount Window Program: annunciato il 17 agosto, in pratica consente alle depository institutions finanziariamente più solide di estendere fino a 30 giorni il prestito ottenuto alla discount window. Di recente, il 16 marzo 2008, il termine è stato ulteriormente prolungato fino a 90 giorni;
  2.  






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