
2011, Numero 1/2
Nel mondo Arabo è il 1848, non il 1989
Inadeguati i paralleli storici tra le “rivoluzioni dei gelsomini” e la fine dell’Est sovietico. Un articolo del premio Pulitzer
di Anne Applebaum
“Ogni rivoluzione va vista nel suo contesto, ognuna ha un impatto distintivo. Le rivoluzioni si espandono da un punto all’altro. Interagiscono all’esterno in modo limitato. Il dramma di ogni rivoluzione si svela separatamente. Ognuna ha i suoi eroi, le sue crisi. Quindi ciascuna di esse richiede un racconto a parte. “Questo potrebbe essere il primo paragrafo di storia del futuro sulle “Rivoluzioni arabe del 2011”. Di fatto, è tratto da una introduzione di un libro sulle rivoluzioni europee del 1848. Nelle scorse settimane, parecchi, inclusa la sottoscritta, hanno paragonato le folle di Tunisi, Bengasi, Tripoli, e Cairo con le piazze di Praga e Berlino vent’anni fa. Ma c’è una importante differenza. Le rivoluzioni di piazza che hanno posto fine al Comunismo ebbero esiti simili perché seguivano un singolo avvenimento politico: l’improvvisa mancanza di sostegno dell’Unione Sovietica al dittatore locale. Le rivoluzioni arabe, invece, sono il prodotto di diversi cambiamenti, economici, tecnologici, demografici, e si sono sviluppate su distinti significati e aspetti in ogni nazione. In questo senso, ricordano i moti del ’48 e non quelli del 1988. Anche se ispirate molto generalmente da...
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