
2011, Numero 1/2
La paura del nucleare
Il Giappone dimostra la sicurezza del sistema
di Piero Risoluti
Quello che è successo alla centrale di Fukushima si presta a due chiavi di lettura: una tecnica ed una politica. Tecnicamente, è stato dimostrato che la cosiddetta difesa in profondità, realizzata attraverso l’interposizione di barriere protettive frapposte tra il nocciolo del reattore e l’ambiente esterno, ha funzionato. Infatti tali barriere hanno resistito ad un sisma che è risultato perfino tre volte superiore a quello di progetto, ed è stato per magnitudo il V° di tutti quelli finora conosciuti e registrati. Anche i sistemi di refrigerazione sono rimasti sostanzialmente funzionanti. Ciò fino a che non è intervenuta la colossale onda di maremoto, la quale però a sua volta non ha compromesso i sistemi di difesa dell’isola nucleare: semplicemente ha messo fuori uso i diesel di emergenza, ed è stato questo che ha determinato, con la mancanza di refrigerazione del nocciolo e delle piscine di stoccaggio, la crisi delle strutture ed i conseguenti rilasci all’ambiente. Sarebbe bastato che tali sistemi fossero stati collocati, come avviene nelle centrali di ultima generazione, in locali a tenuta stagna, perché inconvenienti molto gravi alle centrali sarebbero stati evitati. Siccome non...
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