2014, Numero 6
“L'Italia può cambiare”. Parla Tim Parks
Il parere della rivista NYR books
di Fabio Lucchini
Con il suo scatto di nervi elettorale l'Italia in realtà travalica la dimensione nazionale dello scontento per mettere l'Europa, sempre sfuggente, di fronte a una serie di verità scomode, di nodi volutamente irrisolti che cominciano, come si vede, a venire al pettine. E rischiano di rimettere in croce l'euro non tanto per la riesplosione della questione italiana quanto perché l'Italia, terza economia del club, mette a nudo tutti i problemi della moneta unica finora rappezzati a metà oppure accortamente tenuti sotto il tappeto. Il voto del 24-25 febbraio ha raccontato molto di più della diffusa insofferenza verso la politica del rigore e delle tasse in un paese prostrato da recessione e disoccupazione. Esprime la rivolta contro i bramini di un sistema che, dopo aver deciso di entrare nella moneta unica, non ha fatto le scelte conseguenti per restarci: non si è modernizzato, né auto-riformato, non si è “sborbonizzato” né liberalizzato per diventare più competitivo mettendosi al passo con i partner. Creando così nella gente la falsa illusione che si potesse sempre tirare a campare come prima perpetuando grandi e piccole rendite di posizione senza mai pagarne lo ...
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