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2014,
Numero

Le Contraddizioni tra l'Unione e la Costituzione

La “repressione finanziaria” è un concetto sconosciuto
di Stefano D'Andrea

Nell'uso volgare indica due diversi fenomeni: una situazione, creata da un'azione politica; e l'azione politica che la genera. Con la formula “azione politica” alludo all'emanazione e alla vigenza di un insieme di norme giuridiche volto a reprimere la redditività del capitale finanziario messo a rendita.
Repressione finanziaria è la situazione in cui il risparmio non genera rendite, o meglio genera rendite molto basse, inferiori al tasso d'inflazione. Nella situazione di repressione finanziaria, il tasso d'interesse reale  dei titoli del debito pubblico (reale vuol dire che è corretto dall'inflazione) è negativo.
Un recente e approfondito studio, promosso dal FMI, ha constatato che tra il 1946 e il 1980 il tasso medio di interesse reale sui titoli di stato delle economie avanzate è stato negativo (-1,6%); negativo è stato anche il tasso reale di sconto (-1,1%) (1).
I tassi di interesse reali negativi comportano una diminuzione dello stock di debito, senza che, per estinguere il debito, sia necessario utilizzare enormi entrate fiscali o tagliare la spesa pubblica. Mantenendo i tassi nominali al di sotto dell'inflazione si riduce il valore (reale) del debit...