David Plouffe non ha dubbi: “Barack Obama ha messo a segno una vittoria importante su Clinton nelle primarie. Dal Colorado allo Utah, dall'Ovest alla Georgia e l'Alabama al sud al giardino di Clinton in Connecticut, Obama ha mostrato che può ottenere l'appoggio di tutti gli americani, indipendentemente dalla razza, dal sesso, dall'appartenenza politica.” Il direttore della campagna di Obama dimostra tutto il suo ottimismo ed i dati sembrano dargli ragione. L'emittente
NBC stima che Obama avrà alla fine tra gli 840 e gli 849 delegati una decina più di Clinton, che presumibilmente otterrà tra gli 829 e gli 838 delegati. Il conteggio è lungi dal terminare, ma il verdetto della sfida monstre del 5 Febbraio è evidente: tra i democratici, un pareggio; tra i repubblicani, una bella affermazione di McCain, non un trionfo.
La gara è dunque ancora aperta. Hillary Clinton vince in California e conquista la maggioranza dei delegati in palio, ma Obama le strappa 13 Stati su 22 e rimane in scia. Il senatore dell'Illinois ha vinto, oltre che a casa propria, un po' ovunque. Gli Stati che lo hanno prescelto si distribuiscono a macchia di leopardo sulla mappa geografica d'America. Georgia, Missouri, Alabama, Connecticut, Minnesota, Delaware, Utah, North Dakota, Colorado, Kansas, Idaho e Alaska. Parlando ai suoi sostenitori a Chicago Obama ha scandito: “non dobbiamo aspettare i risultati finali di questa notte per comprendere che il nostro tempo è arrivato, che il nostro movimento è reale e che per l'America è giunto il momento di cambiare.”
La Clinton, da parte sua, ha conquistato gli Stati che assegnavano più delegati (California, New York, New Jersey) oltre a Massachusetts, Tennessee, Arizona, Oklahoma ed Arkansas. Il New Mexico non è ancora stato assegnato, ma cambierà ben poco. “Ringrazio i miei amici e la mia famiglia, ma soprattutto vorrei dedicare un pensiero a mia madre, che è nata prima che le donne potessero votare in questo Paese e che ora sta guardando sua figlia parlare da questo palco”, ha affermato la senatrice, durante il suo discorso di New York. La distribuzione proporzionale dei delegati, regola nel campo democratico, lascia sostanzialmente inalterate le cose. Il testa a testa prosegue, coinvolgendo un numero crescente di appassionati elettori democratici, che hanno già superato i 10 milioni di unità, sopravanzando nettamente i repubblicani. Il Super Tuesday non chiude i giochi, la sfida proseguirà nelle prossime settimane.
John McCain si libera di Mitt Romney, ma non del sorprendente Mike Huckabee. Il senatore dell'Arizona dice ormai apertamente di sentirsi vicino alla Nomination, ma il Super Martedì non l'ha incoronato. I 9 successi parziali riportati lo riconfermano comunque nel ruolo di front-runner. McCain prevale negli Stati più significativi (California, New York, New Jersey, Illinois, Missouri, Arizona, Connecticut, Oklahoma e Delaware), ma non convince assolutamente il sud conservatore che si rivolge a Mike Huckabee (Georgia, Alabama, Arkansas, West Virginia e Tennessee), preferito al presunto portabandiera ufficiale dell'America Profonda, Mitt Romney, che sostanzialmente perde, anche se non rovinosamente. Ottenuto l'appoggio del 90% dello Utah mormone e del Massachusetts di cui è stato governatore, Romney conquista Alaska, Montana, Colorado, North Dakota e Minnesota. Tuttavia, sceglie di ritirarsi "per il bene del Partito". La base conservatrice del GOP ribadisce perciò la sua forza, pur dividendosi fra il ricchissimo candidato mormone e il pastore battista, che sta conducendo una campagna miracolosamente efficace nonostante la carenza cronica di fondi. Un fatto su cui il veterano del Vietnam dovrà riflettere. Già qualcuno ventila un ticket McCain-Huckabee.
Ora i numeri, ricordando che l'attribuzione dei delegati assegnati negli Stati che hanno votato il 5 Febbraio è ancora in corso. Obama può contare sinora su 851 delegati, Clinton ne ha raccolti 845 (ma Hillary è attualmente in chiaro vantaggio nelle intenzioni di voto dei superdelegati, che potrebbero fare la differenza); McCain ne ha finora ottenuti 729, Romney 279, Huckabee 194. Si riparte subito. Tra il 9 e il 12 Febbraio si voterà in altri sette Stati. I tempi stretti tra una consultazione e l'altra potrebbero permettere ad Obama di sfruttare il momentum con cui pare uscire dall'abbuffata notturna dello scorso Martedì. Non è l'unico aspetto ad inquietare la Clinton. Nel mese di Gennaio, Obama ha raccolto più del doppio dei fondi elettorali e, per tenergli testa, all'ex first lady è toccato attingere al proprio patrimonio personale.
IL TERMOMETRO MISSOURI Particolarmente significativa l'affermazione di Obama nel Missouri. Non tanto per il dato numerico (49% a 48), non tanto per il numero di delegati assegnati da questo Stato del Midwest (che verranno presumibilmente divisi equamente fra i due) e nemmeno per la sua consistenza demografica (6 milioni di abitanti circa). Il Missouri rappresenta un...