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GLI ERRORI DI ROMNEY, IL “MOMENTUM” DI OBAMA
Il Super Tuesday spinge Obama ed Huckabee, Romney cede, Bush scende in campo




(pagina 2)

... ale aveva speso 1/15 dei suoi soldi); ricordando i suoi frequenti ripensamenti programmatici, gli elettori del New Hampshire hanno optato per la consistenza di McCain.

Due secondi posti che hanno pesato come un macigno sulla campagna di Romney.  Da allora la sua è stata una continua rincorsa. Il Super Tuesday ha rappresentato innegabilmente uno smacco per l'ex governatore del Massachusetts. Il Partito si è diviso, anzi McCain è andato sostanzialmente in minoranza. Ma i conservatori, piuttosto che riallinerasi, ricompattarsi e sospingere il loro presunto campione verso una clamorosa rimonta, hanno preferito dividere il loro voto tra Romney ed Huckabee. Il disastro nel Sud, dove Huckabee e McCain hanno fatto meglio di lui, deve aver convinto Romney a desistere.

Tom Bevan e John Ellis di Real Clear Politics analizzano spietatamente  la campagna disastrosa di Romney e gli imputano diverse negligenze tattico-strategiche. Perché insistere sulle tematiche social religiose? La presenza di Huckabee gli ha alienato il consenso degli evangelici e la sua fede mormona non l'ha certa agevolato nel rapporto con le correnti religiose maggioritarie nel Paese. Perché non focalizzarsi sull'economia? Con una possibile recessione alle porte, Romney avrebbe potuto rispolverare il suo ottimo record di manager nel settore privato, la sua competenza e la sua filosofia liberista, condivisa dalla generalità dell'elettorato repubblicano. Romney avrebbe dovuto focalizzare maggiormente il suo messaggio. Quando si parla di soldi, gli americani, ma in genere gli elettori di ogni dove, si fermano ad ascoltare. Infine, lasciare il monopolio degli affari militari al vetrerano McCain può essere stata una mossa prudente (con quali credenziali sarebbe stato possibile contrastare l'eroe del Viernam in tema di sicurezza nazionale?), ma di certo non vincente. Un candidato repubblicano alla presidenza che glissi sulle prospettive dell'America in tempi di guerra, come ha spesso fatto Romney in questi mesi, dimostra scarsa comprensione dei sentimenti del suo elettorato di riferimento. Se Romney vorrà riprovarci tra quattro anni dovrà cambiare staff, strategia e focalizzarsi su di una big issue. Per dirla alla Bill Clinton “It's the economy, stupid.”

Archiviato Romney, si continua a votare. Si tratta di appuntamenti transitori, ma nondimeno significativi. Obama conferma il suo trend favorevole, sbaragliando la Clinton nelle primarie in Louisiana (57% a 36), nei caucus dello Stato di Washington (68% a 31), del Nebraska (68% a 32), delle Virgin Islands (90% ad 8) e del Maine (59% a 40). Fra i repubblicani, continua il momento d'oro di Huckabee, che beffa McCain nelle primarie della Lousiana (43% a 42) e quasi lo triplica nei caucus del Kansas (60% a 24). Nello Stato di Washington la vittoria sembra arridere a McCain, che regola lo stesso Huckabee, il quale ha peraltro inoltrato ricorso, e il redivivo Ron Paul.



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