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CLINTON VS OBAMA
La Clinton punta tutto sul voto del 4 marzo e attacca, ma Obama guadagna terreno in Texas




(pagina 2)

... ivili fra persone dello stesso sesso, si oppongono ai matrimoni gay. Hillary difende peraltro una concezione più restrittiva rispetto a quella espressa dal rivale. Hillary sostiene infatti con forza la libertà degli Stati dell'Unione di non riconoscere i matrimoni gay celebrati in altri Stati. Obama invece è a favore dell'abolizione dell'attuale legislazione che non permette al governo federale ed agli Stati dell'Unione di riconoscere il valore delle nozze fra persone del medesimo sesso celebrate in quegli Stati che dal canto loro lo consentono.

Riguardo all'interruzione di gravidanza, entrambi la sostengono convintamene e si dichiarano contrari al bando opposto a livello federale rispetto al cosiddetto aborto a “nascita parziale”, una tecnica abortiva utilizzata negli ultimi mesi di gravidanza, legalmente utilizzata negli Stati Uniti dopo la decisione dell'Alta Corte Federale di Giustizia Roe vs. Wade del 1973. L'opposizione della Clinton al bando federale è comunque piuttosto morbida, e giustificata unicamente dalla volontà di proteggere la salute della madri. Obama rifiuta in maniera più esplicita il bando federale al partial-birth abortion, una pratica innegabilmente truculenta ma considerata preferibile da molti medici rispetto all'interruzione di gravidanza classica. Differenze di un certo peso fra i due, considerando che, rispetto alla decisione del 1973, i diritti abortivi vengono continuamente erosi dall'attività della Corte Suprema e che il prossimo presidente avrà presumibilmente la possibilità di nominare due o tre nuovi giudici dell'altissimo organo giudiziario.Un altro dossier, in grado di scalfire la convinzione diffusa che la Clinton abbia una visione liberal più consolidata del suo giovane avversario, è relativo ai metodi utilizzati dall'amministrazioni Bush per gestire l'emergenza post 11 settembre. I Democrats si sono dimostrati compatti nel criticare il diffuso ricorso a torture e maltrattamenti per estorcere informazioni sensibili ai prigionieri di guerra ed ai sospetti terroristi. Indubbiamente, una delle pagine più nere del settennato di Bush alla Casa Bianca. La Clinton reclama il ripristino di una legislazione che consenta al potere giudiziario di vigilare sulle commissioni militari e sui metodi di indagine ed interrogatorio, ma si è rifiutata di appoggiare, come invece ha fatto Obama, il Restoring the Consitution Act del senatore Chris Dodd, un progetto di legge che auspica con forza un rovesciamento dell'impostazione repressiva imputata a Bush.La sanità rappresenta uno dei pochi argomenti sostanziali sinora non elusi dal dibattito intra-democratico. Fra i Democrats vi è la diffusa convinzione che ognuno dovrebbe essere nelle condizioni di acquistare la propria polizza assicurativa sanitaria, grazie anche ad un sistema di sussidi. L'impegno per garantire l'universalità del servizio sanitario nazionale rappresenta un punto fermo del discorso pubblico dei Democratici, significativo della maggiore attenzione al sociale rispetto all'individualismo un poco egoistico dei Repubblicani. Anche qui, vi sono tuttavia distinguo da rilevare. Hillary Clinton, che vanta indubbiamente un approccio più organico e documentato al problema, è favorevole al cosiddetto mandate. Intorno a questo concetto si addensa un certo consenso bipartisan in America. Si tratta di prevedere, come obbligo legislativo, che ciascuno abbia il diritto/dovere di possedere un'assicurazione sanitaria. Si affermerebbe così il principio per cui al governo spetterebbe la responsabilità di garantire a tutti la copertura sanitaria. Una rivoluzione. Qui è Obama a fare un passo indietro, ritenendo il mandate individuale applicabile soltanto ai bambini. Un altro aspetto merita attenzione. Clinton spinge per escludere l'applicazione della legislazione anti-trust alle compagnie assicurative del settore sanitario. In questo modo alle compagnie sarà concesso anche in futuro di mettere in atto accorgimenti considerati generalmente illeciti, come colludere sui prezzi o dividersi il mercato. Pratiche che non avvantaggerebbero chiaramente i consumatori, in questo caso i malati, magari indigenti. Su questo punto, la posizione di Obama, benché meno chiara e colpevolmente indefinita, appare socialmente più avanzata, avendo il senatore dell'Illinois sottoscritto una proposta di legge per assoggettare le compagnie assicurative all'antitrust. Cosa che del resto accade ai restanti comparti dell'economia USA.Last but not least, il fronte ambientale, ultima frontiera di quella parte di America, tendenzialmente liberal, che si è finalmente accorta dei suoi spropositati modelli di consumo. Il record congressuale di Obama si fa preferire a quello della rivale, che a più riprese ha sostenuto in Senato la necessità di intensificare le trivellazioni petrolifere offshore per salvaguardare l'indipendenza energetica degli Stati Uniti. Chissà cosa ne pensa Al Gore, il pluripremiato leader dell'ambientalismo globale ed ex vicepresidente (forse ex amico?) del marito Bill.Dopo aver percorso migliaia di chilometri, speso milioni di dollari e versato fiumi di parole nel tentativo di sedurre (piuttosto che convincere) gli ...


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