IN RUSSIA NON C'E' DEMOCRAZIA, GOVERNA IL KGB
di Sandro Orlando (Europeo)
(pagina 5)
... l giugno 2003 Shchekochikhin è andato a Ryazan per intervistare alcuni funzìo-nari della polizia locale. In quell'inchiesta è convinto di aver trovato la chiave degli attentati del 1999. Ma non fa in tempo a pubblicarla: muore il 3 luglio, dopo un violento attacco di febbre e una lenta agonia in ospedale. È una morte che va ad aggiungersi a una lunga sequela di delitti misteriosi. Come il "suicidio" di Ivan Safronov, il giornalista del Kommersant, volato da una finestra mentre indagava sui traffici russi d'armi. E come quello di Sergej Yushenkov ucciso da quattro proiettili alla schiena la sera del 17 aprile 2003, Yushenkov era il copresìdente del partito Russia Liberale e faceva parte, come Shchekochikhin, della commissione d'indagine sulle Stragi. IL caso è stato rapidamente archiviato e anche la Commissione ha cessato di esistere dopo le elezioni del dicembre 2003: i membri che non sono stati liquidati fìsicamente, non ce l'hanno fatta a farsi rieleggere in Parlamento. La macchina del Cremlino ha funzionato perfettamente. Tre anni più tardi anche il colonnello Litvìnenko muore avvelenato a Londra. La commissione Mitrokhin e un balordo di nome Mario Scaramella non c'entrano nulla; ma servono almeno a far scoprire alla stampa italiana che la Russia di Putin non è più una democrazia. Il mondo del business in ogni caso deve far finta di nulla: i buoni rapporti con Mosca sono diventati fondamentali per gli equilibri energetici del pianeta. Eni ed Enel hanno firmato con Gazprom un accordo che, per la società russa, è l'atto finale del saccheggio di Yukos, l'impero petrolifero del carcerato Khodorkovskij; anche Finmeccanica ha firmato altri contratti con l'industria aeronautica di Stato. «Il mito dell'onnipotenza del Kgb è crollato, questo è sicuro», aveva dichiarato nel 1993 l'ultimo suo capo, Vadim Bakatin, in un convegno sul futuro dei servizi segreti nella Russia di Eltsin, «ma è possìbile che un giorno scopriremo che è stata una delle poche istituzioni scampata alla distruzione, imboccando un percorso di sviluppo invece che di rivoluzione». Parole profetiche. La "fratellanza cekista" si è dimostrata una formidabile strategia di sopravvivenza. Il comunismo è crollato, tutto è cambiato? Dopo un decennio di rivoluzioni e profondi rivolgimenti, il potere è tornato in mano alla nomenklatura di sempre. La metamorfosi è riuscita.
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