Brigantaggio industriale
In Canada il 24 maggio 2012 si verifica una tragedia Mortale: Morte di un lavoratore causata da un metodo di lavoro inadeguato e da una cattiva gestione dell'uso della piattaforma. 200 lavoratori protestano contro i rapporti di lavoro.
Nel 2016 Arcelor Mittal viene dichiarata colpevole di tre violazioni dell'Environmental Quality Act(inquinamento)
Un rappresentante sindacale dichiara ""C'è un clima di paura che è stato impostato ,". Ci sono lavoratori che non osano più denunciare certe situazioni. Si tratta di una società che sta aumentando le misure disciplinari come il licenziamento e i giorni di sospensione. »
In Bosnia Erzegovina
24 dicembre 2014: A Zenica, in Bosnia centrale, centinaia di cittadini hanno manifestato contro l'amministrazione dell'ArcelorMittal, l'acciaieria considerata responsabile dell'intollerabile livello di inquinamento atmosferico.
Come il particolato PM10: 1400 le tonnellate emesse nel 2017. La soglia di diossido di zolfo (125 microgrammi al metro cubo), che la legge raccomanda di non raggiungere più di tre volte in un anno, è stata superate 124 volte nel 2018. Sempre meglio che nel 2012, la soglia era stata passata 192 volte. Oltre ad inquinare l'Arcelor Mittal ha provveduto a massicci licenziamenti se nel 1991 lavoravano nelle acciaierie di Zenica 22.000 operai oggi ne lavorano non più di 2000. E' da tener presente che nel 2004 si era impegnata fare "tutti gli investimenti adeguati nella protezione dell'ambiente". Questi lavori dovevano essere completati entro la fine del 2011. Più di cinque anni dopo tale scadenza, molti di questi miglioramenti non sono stati completati o, in alcuni casi, sono addirittura iniziati. L'impianto è operativo senza alcuni dei permessi ambientali richiesti dal dicembre 2014; altri sono decaduti nel novembre 2015.
In Ucraina nessun miglioramento dal punto di vista ambientale malgrado n prestito di 220 milioni di dollari.
Se io che sono un cittadino qualunque sfogliando internet sono stato capace di far venire fuori tutti i danni che la Mittal ha prodotto nel mondo, mi domando come è possibile che il governo italiano con tutti i tecnici e le risorse informative che ha disposizione non si sia reso conto che stava affidando una delle più importanti acciaierie d'Europa ad un multinazionale che ha come politica aziendale quella di non rispettare l'ambiente e di operare massicci licenziamenti?
Incapacità o malafede?
Io propendo per la seconda soluzione. Il primo ministro Gentiloni d'intesa con il ministro Calenda hanno partorito questo capolavoro. Non ce ne meravigliamo: Gentiloni è lo stesso che ha regalato ai francesi un pezzo di mare italiano.
E' di poche ore fa la notizia che il Tribunale di MIlano ha rinviato al corso a Milano sul ricorso cautelare d’urgenza presentato dai tre commissari straordinari dell’ex Ilva Alessandro Danovi, Franco Ardito e Antonio Lupo, contro l’addio di Arcelor Mittal, perchè "sono state trovate le basi per una trattativa che possa arrivare a un accordo per mantenere la produttività ordinaria degli stabilimenti."
Che cosa significa?
Che il governo Conte - bis, senza consultare i sindacati, che sono i rappresentanti dei lavoratori, ha deciso che la Mittal deve restare in Italia e deve diventare padrona della acciaieria di Taranto. In più il governo regalerà un bel pò di milioni di euro attraverso Invitalia alla Mittal e nel breve periodo gli diminuirà il prezzo della locazione della stabilimento. Parte dell'accordo sarà che almeno 2.500 operai con le loro famiglie diventeranno esuberi. Lo stabilimento di Taranto, chiuderà fra un anno due o al massimo tre; è solo questione di tempo. Poi gli sciacalli atterreranno sul cadavere e lo spoglieranno di tutto quello che c'è da rubare: i moli, le centrali termoelettriche, e la Mittal diventerà padrona di quell'1,6 di Pil dell'Italia che i lavoratori di Taranto producono, portandoselo altrove. Questo governo come tutti quelli che lo hanno preceduto hanno costruito una gigantesca e orribile fabbrica di disoccupazione. La fabbrica, quella vera, verrà smantellata e al suo posto rimarrà un gigantesco deserto come quello che esiste a Bagnoli di Napoli.
Ecco perchè la fabbrica di Taranto va occupata dai lavoratori, non per compiere un atto eversivo, ma per difendere il lavoro per mettere la fabbrica in condizione di sopravvivere lascianod gli altiforni accesi per davvero e non per finta. Non è la Mittal che a funzionare la fabbrica sono gli operai, i cittadini di Taranto che si ammalano di tumore. Nessuno si ribella ed è giusto, perchè dietro l'angolo c'è il ricatto del licenziamento e se qualcuno prende l'iniziativa immediatamente entra nel numero degli esuberi.
Marx fece un'analisi del capitalismo ed individuò e dei meccanismi che lo regolavano. Ma la domanda è: oggi esiste ancora il capitalismo analizzato da Marx? Molti intellettuali ed economisti hanno risposto negativamente a questa domanda. La vicenda dell'Alcelor Mittal è paradigmatica: una multinazionale viene in Italia non per creare profitto, ma per distruggerlo, non per proteggere l'ambiente, ma per continuare ad inquinare. La ricchezza nazionale costruita con i soldi di tutti viene regalata perchè non c'è una classe politica che abbia il coraggio di dire che è necessaria una inversione di tendenza, che il lavoro va difeso.
Si continua così ad innescare un processo contro la democrazia, come l'avevamo conosciuta e come era stata disegnata dalla Costituzione.
Lo Stato, il governo che dovrebbe essere il garante della Costituzione e dovrebbe uniformarsi al dettato di quel sacramento laico che pone come prima regola la difesa del lavoro, invece di essere la sintesi libera di tutte le componenti in contrasto fra di loro diventa invece rappresentante di una sola parte. Questa situazione genera un processo di scioglimento della solidarietà e si crea un clima di insicurezza, di arbitrio di sfiducia reciproca. E in questo clima trova facile vita la prepotenza, l'arroganza, il populismo di una destra che tutto promette pronta a sovvertire le regole democratiche. Intanto la crisi economica cresce esasperando tutte le attività realmente produttive, per cui ogni imprenditore trova facile via di fuga nel vendere le proprie aziende al brigantaggio finanzcapitalistico.
"Pensiero e azione" diceva Giuseppe Mazzini. Quale pensiero e quale azione? Questa domanda ne presuppone un'altra: esistono ancora i margini per riconquistare un minimo di credito popolare ripristinare un dialogo fra le forze produttive graduando le risorse a nostra disposizione per rimettere in moto il sistema paese?
Il crollo del ponte Morandi poteva essere il segnale di questa svolta se il ministro Toninelli avesse avuto il coraggio di porre in essere le minacce di revoca delle concessioni autostradali. La vicenda di Taranto è un altra opportunità che viene data alla classe governante di cominciare il cammino verso una intensa ripresa democratica caratterizzata da un dialogo concreto responsabile e costruttivo fra le forze produttive con il ripristino di una politica economica riformatrice. Se ciò non avviene si va verso un'alternativa in cui lo Stato soccombe nei confronti della finanza internazionale. Gli italiani che a pieno titolo sono cittadini europei meritano da parte di chi oggi li governa una prova di responsabilità che metta al centro dell'agenda politica una reindustrializzazione che abbia come obbiettivo quello di dare cittadinanza e dignità al lavoro.