di Rodolfo Mondolfo, a cura di Tiziana Pironi
Editore: Piero Lacaita
2005
Prezzo: 18,00 €
Rodolfo Mondolfo (1877-1976) è stato professore di Storia della filosofia nella Università di Torino e di Bologna; in seguito alle leggi razziali del 1938 si rifugiò in Argentina, dove ebbe la cattedra per lo stesso insegnamento, prima a Cordoba, poi a Tucuman. I suoi numerosi studi, di carattere politico e filosofico, hanno approfondito in particolare il problema della libertà nel pensiero moderno, preludendo alla sua originale interpretazione del marxismo in senso umanistico. Egli, inoltre, ha dedicato molta attenzione ai problemi della scuola e dell'educazione, considerandone la centralità in una prospettiva di trasformazione sociale. Per questo, il presente volume intende proporre una scelta dei suoi scritti scolastici-educativi, apparsi sui giornali e riviste, dai primi del '900 al 1923. Nel considerare quali fo...
di Piero V. Scorti
Editore: Collana Koinè (saggi)
2003
Prezzo: 10,00 €
Il “caso Tobagi” rappresenta uno degli episodi di terrorismo più inquitanti del nostro Paese. Si tratta di un “affaire” politico-giudiziario di cui alcune verità, quelle con più netta connotazione politica, i vari processi non sono riusciti a sciogliere. Certo la politica non deve entrare nelle aule giudiziarie. Guai se fosse il contrario.
Però il problema, sempre su un piano politico, è aperto.
Quando si celebrò il processo di primo grado, in primo luogo i socialisti di Craxi, ma alcune personalità del mondo culturale e politico, assunsero una posizione fortemente critica e intransigente. Fu un periodo di forti contrasti, anche con certi settori della magistratura, contrasti dovuti, in massima parte, agli animi fortemente esacerbati. Ci fu esagerazione da entrambi le parti e n...
La storia del Pci è stata scritta e interpretata prevalentemente da comunisti. L'immagine che ne è risultata è un complicato intreccio di tradizione di partito, memoria, storiografia. L'autore colloca lo sguardo al di fuori della tradizione comunista e propone una visione dell'identità del Pci capace di dare spazio a voci critiche e tendenze interpretative sul comunismo rimaste a lungo inascoltate. E' in questi termini che in Falce e Martello si figura il discorso dell'identità del comunismo italiano: nel periodo chiave dello stalinismo e della guerra fredda la narrazione propone un costante contrappunto fra la retorica di partito e le interpretazioni del comunismo pensate da menti libere e studiosi non comunisti. Seguendo spunti e suggerimenti delle scienze sociali americane degli anni '40 e '50, l...
di Filippo Turati a cura di Mario Proto
Editore: Piero Lacaita Editore
1999
Prezzo: 11,00 €
Gli scritti di sociologia radicale di Filippo Turati, apparsi originariamente più di un secolo fa, su criminalità e corruzione politica, possono ancora essere letti con grande interesse. Oggi, nell'era dei mercati globali, la diffusione a grande raggio dei fenomeni criminali e di corruzione politica rende la lontana lezione turatiana una profonda testimonianza sulla crisi permanente della politica moderna, qualunque sia il suo orientamento ideologico, quando sia privo di valori progettuali.
Nella prima pagina del libro vengono riportate tre frasi significative di Turati: “Io affermo che la società borghese è la prima delinquente, è la complice impune del misfatto che freddamente punisce”. “In una società organicamente e necessariamente viziosa, dove lo sfruttamento dell'uomo è il ...
di Giuseppe Avevardi
Editore: Piero Lacaita Editore
2003
Prezzo: 15,00 €
La Prima Repubblica, ormai esaurita nello stallo fra comunisti e democristiani, è crollata sotto i colpi della magistratura, all'inizio degli anni Novanta e attende da allora la revisione della sua Costituzione.
Ci si domanda, da tempo, quali condizioni oggettive, oltre alle responsabilità dirette dei partiti politici, abbiano favorito l'insorgere del processo degenerativo e della diffusa situazione di illegalità.
E' vero che il compromesso sulla costituente è stato alle radici dello strapotere dei partiti? E' vero che l'Italia ha corso il rischio di diventare una democrazia popolare sul modello ungherese e cecoslovacco, come temeva Eugenio Reale?
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