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IL GOVERNO MONTI E L’ASCESA DI GRILLO

Dati economici, spread, sondaggi

Data: 2013-04-02

Da una lettura incrociata dei sondaggi e degli indicatori economici si evince come il governo Monti abbia coinciso con l’ascesa irresistibile del Movimento Cinque Stelle. Inoltre, lo stesso andamento dello spread nel corso del 2012 risulta legato maggiormente a fenomeni esogeni (le prese di posizione della Bce) piuttosto che a concrete misure dell’esecutivo. Se è vero che il prestigio personale di Mario Monti ha avuto un effetto positivo sulla percezione internazionale dell’Italia, è altrettanto evidente che l’attuazione delle politiche di austerità abbia preparato il terreno all’affermazione di un movimento anti-sistema e, in ultima analisi, determinato l’attuale fase di pericolosa impasse politica. Del resto, i dati Eurostat relativi ai prodotti interni lordi nel IV trimestre 2012 nell’intera area dell’euro, in Italia, Germania, Francia, Belgio, Spagna e Portogallo dimostrano che, rispetto al IV trimestre 2011, il calo del Pil italiano è stato del 2,7% (- 0.9% tra il III e IV trimestre 2012) a fronte del - 0,9 dell’area euro nel suo complesso, del + 0.4 della Germania, del – 0.3 della Francia e del – 1.8 della pur sofferente Spagna. Solo il Portogallo ha fatto peggio dell’Italia (Fonte Sole 24 ore).

Ripercorrendo i tredici mesi effettivi del governo Monti (novembre 2011-dicembre 2012), è possibile trovare nei dati la conferma di una chiara e semplice percezione: l’austerità, sebbene accettata con sacrificio dagli italiani, non è stata compresa ed ha finito per dare forza alla protesta pura, incarnata dal partito di Grillo. Uno scostamento tra volontà dei cittadini e auspici delle istituzioni europee che è stata confermata, sebbene in maniera più sfumata, nella buona affermazione elettorale del centro-destra e nel risultato sotto le aspettative del centro-sinistra, il cui leader Bersani è stato identificato, dopo Monti chiaramente, come il politico italiano più disponibile ad assecondare le richieste tedesche.

16 novembre 2011

Lo spread, da giorni vicino ai 500 punti nello scenario di possibili dimissioni di Berlusconi dalla carica di premier, tocca il record di 574 punti con il rendimento del Btp che schizza al 7,47%. Il governo passa da Berlusconi a Monti, ma l’ormai famigerato spread non reagisce positivamente, poiché il differenziale sale a 530 punti con il rendimento ancora al 7%.

14 Novembre 2011

CENTRODESTRA: 35,5%

TERZO POLO PER L’ITALIA: 11,0%

CENTROSINISTRA (inclusi Italia dei Valori, Federazione della Sinistra e Verdi):46,7%

MOVIMENTO CINQUE STELLE: 4,0% 
NON VOTO / ASTENUTI / INDECISI: 36,8%

30 novembre 20115 luglio 2012

Le Banche Centrali intervengono per aumentare la liquidità e la corsa verso il basso dello spread si accentua all’indomani del varo della cosiddetta manovra Salva Italia. A fine gennaio inizia una lunga discesa del differenziale. A marzo vi è una svolta nella crisi europea con la ristrutturazione del debito greco, la prima nell’Eurozona, e lo spread precipita sotto i 300 punti. Tuttavia, all'indomani del voto francese e greco (prima quindicina di maggio) scendono i titoli azionari e sale lo spread che si assesta a 390. A giugno, l’annunciato salvataggio delle banche spagnole fa spostare l’interesse della speculazione sull’Italia e il differenziale tocca i 490 punti.

5 luglio 2012

CENTRODESTRA: 28.3%

TERZO POLO PER L’ITALIA: 8.3%

CENTROSINISTRA (inclusa Italia dei Valori): 38,4%

MOVIMENTO CINQUE STELLE: 14,9%

NON VOTO / ASTENUTI / INDECISI: 36,8%

13 luglio-20 dicembre 2012

Il 13 luglio  Moody’s taglia il rating all’Italia. La settimana dopo è caratterizzata dal “venerdì nero” (20 luglio), con la paura per il contagio tra Spagna e Italia: lo spread torna sopra i 500 punti e Piazza Affari perde il 5,8%. Il 21 luglio le Borse europee tirano un sospiro di sollievo. A scatenare l’ottimismo sono le parole del presidente della Bce Mario Draghi a difesa della moneta unica: "L’euro è irreversibile e la Bce è pronta a fare tutto il necessario per salvare la moneta unica". Cade lo spread tra i Btp decennali e i Bund tedeschi mentre si riducono drasticamente le tensioni sui titoli di Stato della periferia dell’Eurozona. Anche grazie alla ratifica da parte della Germania del fondo ESM e dello scudo antispread (settembre) il differenziale scende sotto i 350 punti base. Da allora la discesa dello spread continua, toccando la “quota Monti” di 287 il 20 dicembre (metà del 574 del novembre 2011).

30 novembre 2012

CENTRODESTRA: 26.6%

TERZO POLO PER L’ITALIA: 6.5%

CENTROSINISTRA (inclusa Italia dei Valori): 39,4%

MOVIMENTO CINQUE STELLE: 17,5%

NON VOTO / ASTENUTI / INDECISI: 39,4%

Conclusione

La politica di stretta fiscale avviata dal Governo Monti, più che tagli alla spesa inefficiente di Stato, enti locali e aziende pubbliche, ha finora determinato il crollo dei consumi, la chiusura di decine di migliaia di aziende e la crisi occupazionale. L'andamento dello spread si è inoltre dimostrato poco sensibile alla politica di rigore, dal momento che nel corso degli ultimi mesi altri sono stati i fattori a incidere maggiormente sulle discese e risalite del differenziale Btp/Bund. In effetti, lo spread è risalito sopra i 300 punti nei primi mesi del 2013, sullo sfondo di una situazione caratterizzata da un’instabilità politica post elettorale che mina ulteriormente la capacità di ripresa dell'economia italiana.

25 febbraio 2013

CENTRODESTRA: 29.1%

TERZO POLO PER L’ITALIA (Scelta Civica-Monti): 10.5%

CENTROSINISTRA (esclusa Italia dei Valori): 29,5%

MOVIMENTO CINQUE STELLE: 25,5%

Purtroppo, pare valida l’analisi di Daniel Gros, economista e presidente del Centre for European Policy Studies (Ceps) di Bruxelles, secondo il quale viviamo in una fase in cui i fondamentali dell’economia non contano più di tanto. “Vale di più la psicologia del mercato: i dubbi degli investitori sono legati alla volontà del sistema politico di fare tutto ciò che deve essere fatto.” E’ del tutto evidente che un paese come l’Italia, a rischio ingovernabilità e in preda alla conflittualità politica, appaia oggi particolarmente vulnerabile sotto questo punto di vista. (A cura di Fabio Lucchini)







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