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Stratfor.com, Aprile 2009,

La Cina
da sempre segue tre imperativi geopolitici fondamentali: mantenere l'unità interna nelle regioni dell'etnia dominante Han, controllare saldamente le aree periferiche abitate da minoranze e proteggere le coste da ogni tentativo di infiltrazione straniera. A questi capisaldi storici del pensiero strategico cinese ne è stato recentemente affiancato un quarto, relativo alla necessità di proteggere le rotte marittime di interesse economico, il cui controllo viene considerato imprescindibile per gli interessi commerciali nazionali e per l'accesso alle risorse.  L'esigenza di perseguire il “quarto imperativo” ha spinto l'Esercito popolare di liberazione a rafforzare la propria proiezione navale. Peraltro, questa svolta strategica finirà presumibilmente col causare una collisione di interessi tra la Cina e una serie di potenze marittime consolidate ed emergenti. Le rotte di interesse cinese infatti coincidono con quelle giapponesi ed invadono la sfera d'influenza indiana. Inoltre, l'espansione di Pechino sui mari contrasta con uno degli obbiettivi cardine della strategia americana, ossia impedire l'affermazione di un  qualsiasi potere navale regionale od internazionale in grado di scalfire la dominazione marittima degli Stati Uniti. Dall'analisi puntuale degli imperativi politici, economici e strategici che orientano le mosse di New Delhi,  Tokyo e Washington emerge un quadro regionale che potrebbe evolvere presto in senso apertamente conflittuale.

L'India nei prossimi anni cercherà di far fruttare politicamente il suo avanzamento economico e tecnologico, raggiungendo la supremazia su tutto il bacino del fiume Gange e fino all'Indo, espandendo il suo controllo nominale dal cuore del sub-continente indiano sino alle sue barriere geografiche naturali e rafforzando la capacità di deterrenza marittima per scoraggiare ogni forma di invadenza straniera nelle acque dell'Oceano indiano. Il Giappone da parte sua si impegnerà per mantenere sotto la stretta tutela del governo centrale le sue isole, affidandole ad una gestione militare unificata e presidiando il mare territoriale. Inoltre, Tokyo mira ad affermarsi come potenza marittima dominante nel Pacifico nord-orientale, a discapito di ogni velleità cinese o russa e a mantenersi aperto l'accesso alle risorse minerarie della Cina continentale, del Sud-est asiatico e, in prospettiva, del Medio Oriente. Per quanto riguarda gli Usa la questione si complica poiché, allo stato attuale delle cose, si discute dell'unico attore del sistema internazionale in grado di concepire una strategia globale, dall'Atlantico al Pacifico. Inevitabilmente Washington nei prossimi anni tenterà di mantenere il più a lungo possibile questa invidiabile condizione, cercando di controllare gli oceani per tutelare il commercio globale e di  impedire la nascita di un contropotere navale. Ogni riferimento alla Cina è puramente voluto!

Pechino è consapevole delle forti resistenze che incontrerà la sua nuova aggressiva attitudine marittima, che potrebbe determinare facilmente una pericolosa corsa al riarmo navale nella regione. Ad essa parteciperebbero non solo Tokyo e New Delhi, ma anche la Corea del Sud, la Malaysia e le altre realtà emergenti del Sud-est asiatico. Ma il pericolo più concreto proverrà dagli Stati Uniti. Se la Storia insegna qualcosa, è facile prevedere una stretta collaborazione tra Washington e le altre potenze della regione per limitare l'espansione della Cina sui mari, anche se l'aspetto più insidioso dell'aperta ostruzione anti-cinese degli Usa si paleserebbe sul fronte interno. Come già sperimentato contro l'Unione Sovietica, la diplomazia e l'intelligence americane si concentrerebbero sulle contraddizioni interne al gigante asiatico, dando sostegno alle rivendicazioni delle minoranze oppresse o scontente. Un'operazione complessa e rischiosa per l'America, ma potenzialmente devastante per la coesione della Cina. Davanti ad un simile scenario le suggestioni marittime della leadership cinese potrebbero cedere il passo ad un ritorno allo sviluppo interno dell'economia nazionale che ha caratterizzato tutto il corso millenario della storia cinese.
 

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