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Debkafile, 21 maggio 2010,

Mentre la Russia discute con gli Stati Uniti la possibilità che il Consiglio di Sicurezza dell'Onu approvi un pacchetto di deboli sanzioni contro l'Iran, le fonti militari di Debkafile riportano che un gruppo di Guardie della rivoluzione iraniane si stanno addestrando presso basi russe all'utilizzo dei sofisticati sistemi anti-missile S-300, capaci di interdire un possibile attacco americano o israeliano alle strutture nucleari di Teheran.

Fonti interne alle Nazioni Unite evidenziano come le bozze delle nuove, diluite, sanzioni in preparazione al Consiglio di Sicurezza non vietino espressamente la consegna di simili armamenti all'Iran. I russi stanno ritardando l'invio dei dispositivi all'Iran, come promesso da Vladimir Putin al presidente Obama. Tuttavia, se e quando le armi verranno consegnate, la Repubblica islamica potrà contare su personale addestrato al loro utilizzo. Inoltre, all'inizio del mese di maggio, Mosca ha stipulato con la Siria, l'alleato più stretto di Teheran nella regione mediorientale, un accordo per la vendita di armamenti a Damasco, che comprende aerei da combattimento MiG-29 e sistemi di difesa aerea a corto raggio Pantsyr.

Americani e israeliani sono a conoscenza dell'addestramento fornito da Mosca agli iraniani e guardano con preoccupazione alle ultime evoluzioni diplomatiche di Mosca. Nei giorni scorsi i due governi hanno intensificato le pressioni sul Cremlino perché riconsiderasse la sue ultime scelte, orientate palesemente in senso filo-iraniano. Lapidaria è stata la risposta del ministro degli Esteri Sergey Lavrov in visita di Stato in Turchia: "La Russia non ha bisogno di consigli".

La calante fiducia americana di fronte alle promesse russe di collaborare alla risoluzione del dossier nucleare iraniano può anche spiegare la decisione dell'amministrazione Usa di rafforzare la propria presenza militare nel Mediterraneo e nel Golfo Persico, con l'invio di una forza navale aggiuntiva composta da circa 6.000 marines. La forza navale, guidata dalla portaerei Harry Truman, è salpata dalla base di Norfolk (Virginia) lo scorso 21 maggio. Sinora Obama aveva mantenuto una sola portaerei  nell'area del Golfo Persico, la Dwight D. Eisenhower.

La Harrry Truman giungerà nell'area accompagnata da squadroni di aerei da combattimento, da una corposa batteria di aerei spia e
, soprattutto, da elicotteri specializzati nella guerra sotto-marina: la scorsa settimana, nel corso della sua ultima grande esercitazione navale, l'Iran ha infatti utilizzato i missili a lungo raggio Velayat 89, in dotazione ai sottomarini della Repubblica islamica e in grado di colpire sia le portaerei americane che le navi da guerra israeliane. Le fonti militari di Debkafile sostengono che l'invio della Harry Truman sia solo il primo passo verso una ridefinizione in senso più aggressivo della presenza militare statunitense nei dintorni del territorio iraniano. Il dispiegamento proseguirà nei prossimi tre mesi, raggiungendo l'apice tra la fine di luglio e la prima settimana di agosto. Per quel momento, il pentagono prevede di schierare almeno quattro o cinque portaerei nell'area, ben visibili dalle coste iraniane.


(Fondato dai giornalisti israeliani Giora Shamis e Diane Shalem, DebkaFile è un sito specializzato sulla politica mediorientale. Nonostante le difficoltà nel verificare l'attendibilità delle notizie riportate, il sito viene regolarmente ripreso dalla stampa internazionale. Non c'è alcun dubbio che DebkaFile abbia accesso a fonti primarie dell'intelligence israeliana, tanto da far ritenere che spesso i suoi resoconti pecchino di partigianeria. Tuttavia, il fatto di esercitare questo delicato ruolo ne accredita l'importanza e la rilevanza)
 

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