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Il partito di Tremonti che non c'è
“Da quando è scoppiato il caso Milanese a Montecitorio esponenti del Pdl ripetono che “il tesoretto di Milanese doveva servire a finanziare il partito di Tremonti” (l'Unità del 17 luglio). C'è poco da meravigliarsi. La barca ha evitato in extremis di sbattere sugli scogli solo una settimana fa e ieri si è verificato un brutto scivolone in Borsa - che preannuncia un uragano dopo il vertice del Consiglio Europeo in mancanza di misure di forte coesione politica di fronte alla speculazione (che comincia a pizzicare anche i titoli francesi e tedeschi con l' obiettivo di far saltare l'euro e poi gli Usa). Mentre accade tutto questo, dunque, nella maggioranza ci si appassiona al “quadro politico” e si spettegola su cosa passi per la testa a Tremonti.
C'è poco da meravigliarsi se, quindi, nell'incoscienza generale, ne approfitti l'Unità per servire uno scoop di vera bufala e ancor più polverone negli occhi dei pidiellini: gli orologi di Milanese servivano a finanziare il nuovo partito del ministro del Tesoro, che farebbe così cadere il governo per la vittoria elettorale di Bersani, non si sa se con Vendola o Casini; è secondario, fa parte del dibattito.
“L'operazione - scriveva l'altro ieri l'Unità - cioè il deposito del nome e del simbolo, avviene tra l'autunno e l'inverno dell'anno scorso. È il periodo, anche, dell'attacco concentrico al superministro da parte di Libero e del Giornale, sazi del sangue di Fini. Feltri intinge i testi nel veleno, “Tremonti socialista e illiberale”, “Giulio? Il miglior ministro che abbiamo, normale voglia andare a palazzo Chigi”. Editoriali che danno corpo all'ipotesi governo tecnico sotto la guida Tremonti...
È primavera quando la tensione tra ministro Economico, palazzo Chigi e Lega è al massimo tanto che Tremonti è l'unico escluso, con Scajola, dalla cena dei ministri al Majestic (8 aprile) organizzata proprio, anche, per sparargli addosso...
Forse proprio in quel momento il progetto politico di Tremonti giunge alle orecchie del premier.
Da giorni a Montecitorio accuse strumentali cercano di stringere la posizione di Milanese a quella del ministro parlando del partito di Giulio e del suo finanziamento.
Tentativo disinnescato dal procuratore di Napoli, Giovandomenico Lepore”, conclude l'Unità con un do di petto sullo strabismo della magistratura per rompere i cristalli.
Replica il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, con una lettera all' ex giornale di Gramsci. Nella missiva il titolare di via XX settembre, ha confermato che nel 2004 (come tutti sanno) diede vita a una 'Cosa' chiamata 'Futuro' ma ha anche spiegato di non essersene più occupato da allora, se non per ragioni di "manutenzione"."Nell'autunno del 2004 - ha raccontato - dopo essere stato lievemente messo fuori dal Governo similmente ostracizzato nel/dal partito, ho costituito una 'cosa'; il nome della cosa era 'Futuro'. Nell'autunno del 2010, a seguito dell'apparizione di 'cose' diverse e certo con maggiore intensità politica ('Italiafutura' e 'Futuro e Libertà per l'Italia'), ma comunque insistenti sulla parola futuro, in alternativa a polemiche iniziative difensive ho pensato più logico procedere a una semplice operazione di manutenzione conservativa, mettendo alla vecchia 'cosa' un nome nuovo, variante intorno alla parola 'Positivo'"."Tutto qui.
"Dall'autunno del 2004 a oggi - ha sottolineato il ministro - non me ne sono mai occupato, la 'cosa' è rimasta a dormire nel pubblico archivio. Il resto è fantasia, senza futuro. Se qualcuno volesse usare anche il secondo nome (probabilmente meno efficace del primo) me lo faccia comunque sapere: glielo cedo a fronte di un'erogazione in beneficenza". Infine, Tremonti ha aggiunto un post scriptum dedicato al suo ex braccio destro. "L'onorevole Marco Milanese era ed è - ha assicurato - totalmente estraneo e all'oscuro di tutto quanto sopra". Che si sappia, quindi non sa.
La vicenda è commentata per la Critica Sociale da Rino Formica, che condivide l'opportunità della smentita, ma invita anche a non smentire troppo.“Nel 2004 Tremonti fu cacciato dal Governo Berlusconi per compiacere Fini. Berlusconi giustificò l'atto ostile - ricorda Formica - spiegando che Tremonti era solo un deputato, mentre Fini aveva un gruppo di deputati e senatori. Insomma il Cavaliere andava a peso, senza entrare nel giudizio di qualità. Tremonti reagì e costituì una “Cosa” (cioè gettò le basi per una nuova formazione politica). Non sappiamo se Berlusconi si spaventò, certo è che nel 2005 richiamò Tremonti al Governo. Non so se il richiamo fu per stima o per necessità, ma alla luce dei fatti sono portato a ritenere che Berlusconi agisce solo per necessità (per lui anche gli interessi sono necessità!). Oggi Tremonti ha sentito il bisogno di aggiornare la testata della “Cosa” e saggiamente non la scioglie.
 Un tempo i vecchi contadini dicevano ai loro figli: “Impara l'arte e mettila da parte”.
Da vecchio contadino potrei dire a Tremonti: “Tieni la Cosa, potrà servire a qualcosa”.
 

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