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L'INTERVENTO MILITARE DEMOCRATICO
Quello dell'intervento militare è uno fra i temi più dibattuti nella riflessione internazionalistica successiva alla fine della guerra fredda. Le missioni della Nato nei Balcani, gli interventi in Iraq, in Somalia, a Timor Est e in Afghanistan sono diventati oggetto di interesse per diversi motivi: il "ritorno" all'uso della forza militare, l'inedito protagonismo delle organizzazioni internazionali, il ruolo assunto dai diritti umani e la volontà di vederli rispettati, anche ricorrendo all'intervento militare.

Svincolandosi dal dibattito principalmente concentrato sulla natura umanitaria degli interventi più recenti, il libro offre un'analisi di lungo periodo che parte dalle origini del principio di non-ingerenza e dagli interventi militari nell'età della Restaurazione. Riportando al centro dello studio la forma dell'intervento militare nelle sue caratteristiche empiriche è dunque possibile mettere in luce le continuità e le discontinuità manifestatesi nelle pratiche più recenti di interventismo. La dilatazione temporale dell'intervento emerge, in questo senso, come il carattere distintivo del dopo guerra fredda.

Il volume mostra come la persistenza nel tempo delle nuove forme di ingerenza costituisca il dato più significativo di discontinuità perché implica una vera e propria crisi della natura temporanea dell'ingerenza. La transitorietà dell'intervento militare, infatti, è storicamente rimasta non solo una caratteristica distintiva del fenomeno, ma soprattutto ha garantito sulla sua natura del tutto "eccezionale" e illegittima.

Per spiegare tale discontinuità, il libro introduce la nozione di intervento militare democratico: un intervento condotto principalmente da democrazie, ispirato a valori di tipo democratico e orientato alla democratizzazione del paese oggetto di intervento. La legittimità di cui gode, la natura collettiva che lo distingue e l'impegno verso progetti ambiziosi di state-building costituiscono le principali cause del prolungamento nel tempo dell'ingerenza.


Andrea Carati è assegnista presso l'Università degli Studi di Milano e Associate Research Fellow presso l'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI). Per FrancoAngeli ha curato, con Carlo Frappi, il volume NATO in the 60th Anniversary of the North Atlantic Treaty. Challenges and strategic divergences from national perspectives (2009).

                                   

 

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