La storia come presente ci induce a riflettere sul retaggio che ci ha lasciato il Risorgimento, con le sue scelte finanziarie, nella finanza pubblica e nella politica dello stato sociale nella questione meridionale. Si tratta dal 1860 al 1915, di 55 anni di storia dell’Italia unita, dominati, nel dibattito intellettuale e nella concreta azione di governo, per una gran parte del tempo, dal pensiero liberale liberista e poi, in parte crescente, dal pensiero liberale di indirizzo sociale e dal pensiero dei socialisti riformisti e dei cattolici “popolari”. La rivisitazione obbiettiva di quei 65 anni, per i grandi temi del bilancio, del debito pubblico, del capitale umano, dell’istruzione, dello stato sociale, del Mezzogiorno, è necessaria in quanto vi è una ampia letteratura che domina nei libri di testo, e nella vulgata, che ha deformato tale storia e continua a farlo imperterrita. (Critica Sociale n.9 - prima parte)
*La seconda parte nel n.10