L’attenzione dopo l’omicidio di Walter Tobagi da parte socialista si concentrò sul volantino di rivendicazione che era l’unico indizio iniziale: un testo molto lungo che sembrava redatto da persone di un certo livello culturale e che vivevano all’interno del mondo giornalistico, soprattutto del suo sindacalismo.
Già ai primi di giugno del 1980, dopo il recapito del volantino di rivendicazione Craxi e la segreteria del P.S.I. milanese si incontrarono con il generale Dalla Chiesa in via Moscova.
Craxi e Dalla Chiesa avevano come preoccupazione principale di non fare passi falsi che avrebbero avvantaggiato e mimetizzato i responsabili dell'assassinio, erano attenti a distinguere tra polemica politica e fiancheggiatori, tra responsabilità "morale" e complicità operativa nell'agguato e poi nella stesura del volantino.
La riunione fu pertanto molto tecnica: essa riguardo' il grado di conoscenza diretta di vicende non di dominio pubblico ed anche una certa professionalità che emergeva dal volantino.
Craxi aveva molta fiducia in Dalla Chiesa. Come segretario del P.S.I. lo aveva difeso nel momento peggiore della lotta al terrorismo quando anche nella maggioranza di governo c'era chi lo dipingeva come un golpista e un fascista.
Da parte sua Dalla Chiesa durante il sequesto Moro, sia pur con le cautele imposte gli
dal ruolo istituzionale che copriva, si era dissociato dal partito della fermezza" non ostacolando la strada del gesto umanitario e unilaterale senza trattative cui pensava Craxi. In questo volume, Ugo Finetti, allora segretario del PSI un milanese e amico di Walter Tobagi con cui lavorò all’Avanti!, raccoglie la documentazione elaborata della Procura generale del Tribunale di Milano che costituì la base della posizione politica di Craxi e dei socialisti per chiedere chiarezza sui veri mandanti dell’omicidio dell’inviato del Corriere della Sera
Nella copertina del libro si riproduce l’originale del volantino di rivendicazione dell'omicidio.