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CLINTON VS OBAMA
La Clinton punta tutto sul voto del 4 marzo e attacca, ma Obama guadagna terreno in Texas



Barack Obama vince la sfida del Wisconsin, l'unico scontro realmente importante dell'ultima tornata elettorale. Il tonfo per Hillary Clinton (-17 punti) è innegabile e mortificante, tale da allungare ombre sinistre sulle sue chances di ritornare alla Casa Bianca. Da annotare, ma solo per dovere di cronaca, il plebiscito hawaiano pro-Obama, che da quelle parti è nato quarantasette anni fa. Il dato saliente riguarda il processo di erosione della base elettorale clintoniana, obbiettivo che il senatore dell'Illinois continua a perseguire con crescente successo. Gli uomini bianchi, ma anche le donne, sono sempre più attratti dal suo coinvolgente messaggio di rinnovamento. In Wisconsin, i ranghi della working class, solitamente di incrollabile fede clintoniana, si sono mostrati sensibili al fascino del giovane senatore. La Clinton è ormai obbligata ad aggrapparsi al verdetto del 4 marzo. I sondaggi la danno in vantaggio sia in Texas che in Ohio e i suoi consulenti dubitano fortemente, e sperano, che l'incredibile serie di successi di Obama consenta al senatore dell'Illinois di superare di slancio la rivale anche in quelle che appaiono inespugnabili roccaforti. Se il worst scenario dovesse invece materializzarsi, John McCain, che ha nel frattempo nettamente battuto Huckabee nel Wisconsin e nello Stato di Washington, conoscerebbe prima del previsto il nome del suo avversario.

CHI E' IL PIU' LIBERAL DEL REAME?
Deprimente, non c'è che dire. L'ultimo scambio d'accuse tra Hillary Clinton e Barack Obama abbassa notevolmente il livello della campagna di entrambi; è in particolare l'atteggiamento dello staff della senatrice di New York che lascia interdetti. Molti si aspettavano che l'ex first lady, dopo alcune settimane di apparente riappacificazione con Obama, alzasse nuovamente il livello dello scontro per recuperare il terreno perduto in seguito ad una serie impressionante di sconfitte. Tuttavia, l'accusa di plagio rivolta dal direttore della comunicazione della campagna della Clinton, Howard Wolfson, al senatore dell'Illinois appare francamente pretestuosa e rasenta il ridicolo.

Obama avrebbe copiato di sana pianta un passaggio del discorso di fine campagna elettorale pronunciato da Deval Patrick, candidato Democratico per lo Stato del Massachusetts nell'ottobre 2006. I due discorsi effettivamente si somigliano molto, ma se questi sono gli argomenti rimasti alla Clinton la sua rincorsa alla nomination potrebbe complicarsi ulteriormente. Lo staff di Obama ha risposto con eleganza, ricordando come i rapporti di amicizia tra Patrick, oggi governatore del Massachusetts, e Barack facciano sì che spesso i due uomini possano esprimere concetti molto simili. Più perfidamente, l'entourage di Obama ha poi sottolineato come la stessa Clinton non sia stata immune dalla tentazione di prendere a prestito slogan altrui. Se infatti Obama ha nei giorni scorsi rievocato a Milwaukee i toni vagamente kennediani utilizzati da Partick un anno e mezzo fa, la Clinton ha recentemente incitato i suoi supporters in un incontro pubblico utilizzando un gergo che non le è consono: “Siamo caldi, e pronti per partire…si può fare (l'ormai arcinoto Yes, we can)”. Peccato che siano tutti artifizi retorici di matrice Obamiana.

Per fortuna il sito Politico.com vola un pò più alto e cerca di riportare le questioni sostanziali al centro di una campagna Democratica che rischia ora di scivolare pericolosamente verso personalismi e colpi bassi. Un peccato, considerando l'entusiasmo popolare e la rinnovata passione politica che il confronto fra due candidati di razza come Clinton e Obama sta suscitando nella base progressista americana. Dunque, si chiede Scott Moss, professore della University of Colorado Law School, chi è il vero liberal fra i due? Una questione che nessuno ha sinora affrontato analiticamente e alla quale sarebbe interessantissimo dare una risposta chiara e definitiva. Per dirla all'europea, chi è più di Sinistra tra i due, quale dei due candidati ha invece maggiori possibilità di conquistare invece il voto centrista?

Obama attira il voto degli indipendenti, mentre la Clinton sembra superarlo a Sinistra su questioni come il diritto alla servizio sanitario nazionale per tutti e l'aborto. Nonostante l'appoggio alla guerra in Iraq nel 2002, fumo negli occhi per l'ala liberal del Partito Democratico, l'ex first lady parrebbe accreditata di una piattaforma politica progressista, ma, a ben vedere, l'imprinting centrista che ha contraddistinto gli otto anni del marito alla Casa Bianca influenza anche le posizioni di Hillary.  E' bene ricordare che la già brillante Miss Rodham parteggiò apertamente per i Republicans fino al 1968. Nota la sua campagna a favore del decisamente conservatore Barry Goldwater, sconfitto nettamente da Lindon B. Johnson nelle presidenziali 1964.

Evidentemente, il passato non si cancella mai completamente. Sia Obama che la Clinton, pur essendo favorevoli alle unioni c...



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