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SELEZIONE DELLA STAMPA ESTERA-31 marzo

di Critica Sociale



(pagina 2)

... forte e chiaro: “No”. La senatrice di New York non si rassegna, vuole che vengano considerati i risultati di Florida e Michigan, e per questo polemizza con lo staff di Barack Obama, e spera ancora di superare l'avversario, almeno per quanto concerne il voto popolare. “Poi deciderà la Convention di Denver”. Obama ha dichiarato che la sua rivale ha tutto il diritto di rimanere in competizione sino a quando lo riterrà opportuno, mentre Bill Clinton ha ricordato come lo svantaggio della moglie nel voto popolare sia inferiore al punto percentuale. Dunque, avanti fino a Denver.

NEWSWEEK
Taking Out the Trash
Barbie Nadeau, Jacopo Barigazzi e Christopher Dickey

L'Italia che si presenta alle elezioni del 13 e 14 aprile è un Paese in crisi politica e morale e che non sembra più avere la forza propulsiva per crescere. L'Italia necessita di riforme strutturali, radicali e dolorose negli ambiti della politica del lavoro e del welfare. I due leaders che si confrontano per ottenere la premiership rischiano di non ottenere una maggioranza significativa in entrambi i rami del parlamento, con la concreta possibilità di far ripiombare il Paese nell'ingovernabilità che ha caratterizzato l'ultima legislatura. Sarebbe una catastrofe nazionale. Se Silvio Berlusconi e Walter Veltroni riuscissero a trovare il modo di collaborare, potrebbero forse salvare l'Italia dal declino.

HAARETZ
Hamas leader Meshal: Gilad Shalit is still alive

Khaled Meshal, il leader politico di Hamas, parla da Damasco, dove ha stabilito da anni il suo quartier generale.  Innazittutto, Meshal ha tenuto a precisare che il giovane militare israeliano Gilad Shalit, rapito dalle milizie palestinesi quasi due anni fa, è vivo ed in buone condizioni. In seguito, Meshal ha discusso dei più recenti sviluppi della crisi ed ha respinto le pesanti accuse che sono state mosse recentemente alla sua organizzazione, che attualmente controlla Gaza dopo il fallimento di un governo d'unità nazionale palestinese. Il leader di Hamas nega che il suo gruppo abbia preso deliberatamente di mira scuole ed asili d'infanzia israeliani e che abbia utilizzato tecniche di condizionamento psicologico per reclutare attentatori suicidi, a differenza di ciò le autorità israeliane sostengono con forza. L'unico punto sul quale Meshal si  dichiara disposto a discutere con il nemico riguarda una sorta di moratoria rispetto agli attacchi ai civili, che dovrebbero “essere risparmiati dal conflitto.”


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