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La svolta di Napolitano
foto La dichiarazione del Capo dello Stato
"E' IL MOMENTO DELLA PROVA.
DIFFICILE DOPO ANNI DI SCONTRI"
(Una nota della Critica Sociale)


Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al termine delleconsultazioni ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“Ho incontrato oggi i Presidenti del Senato e della Camera e i rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari per raccogliere le loro opinioni sul modo di affrontare la crisi di governo apertasi con le dimissioni correttamente rassegnatemi dall’on. Berlusconi. A tutti ho esposto – riscontrando un clima riflessivo e pacato – il mio convincimento che sia nell’interesse generale del paese sforzarsi di formare un governo che possa ottenere il più largo appoggioi n Parlamento su scelte urgenti di consolidamento della nostra situazione finanziaria e di miglioramento delle prospettive di crescita economica e di equità sociale per il paese considerato nella sua unità.

L’urgenza di quelle scelte – a partire dalla concretizzazione delle misure già concordate in sede europea – deriva dalla gravità della crisi finanziaria e dei pericoli di regressione economica dinanzi a cui si trovano l’Italia e l’Europa. La particolare fragilità del nostro paese sta nell’altissimo debito pubblico accumulato nel passato. E’ un peso che – visto il fortissimo rialzo degli interessi sui nostri Buoni del Tesoro e il ristagnare dell’attività economica –rischia di mettere a dura prova l’impegno dello Stato.

E’ perciò indispensabile recuperare la fiducia degli investitori e delle istituzioni europee, operando senza indugio nel senso richiesto. E’ una responsabilità che avvertiamo verso l’intera comunità internazionale, a tutela della stabilità della moneta comune e della stessa costruzione europea, oltre che delle prospettive di ripresa dell’economia mondiale.

Da domani alla fine di aprile verranno a scadenza quasi duecento miliardi di Euro di Buoni del Tesoro e bisognerà rinnovarli collocandoli sul mercato. Tentare in questo momento di evitare un precipitoso ricorso a elezioni anticipate e quindi un vuoto di governo, è un’esigenza su cui dovrebbero concordare tutte le forze politiche e sociali preoccupate delle sorti del paese.

E’ in nome di questa esigenza che ho deciso di affidare al sen. prof. Mario Monti l’incarico di formare un nuovo governo, aperto al sostegno e alla collaborazione da parte sia dello schieramento uscito vincente dalle elezionidel 2008 sia delle forze collocatesi all’opposizione. Lo schieramento vincente ha  visto crescere negli ultimi tempi rotture e tensioni al suo interno e ridursi la sua base di maggioranza in Parlamento : come Capo dello Statoho seguito con scrupolosa imparzialità questo travaglio, rispettando il ruolo del Presidente del Consiglio e del Governo, in uno spirito di leale cooperazione istituzionale.

Non si tratta ora di operare nessun ribaltamento del risultato delle elezioni del 2008né di venir meno all’impegno di rinnovare la nostra democrazia dell’alternanza attraverso una libera competizione elettorale per la guida del governo. Si tratta soltanto – a tre anni e mezzo dall’inizio della legislatura – di dar vita a un governo che possa unire forze politiche diverse in uno sforzo straordinario che l’attuale emergenza finanziaria ed economica esige. Il confronto a tutto campo tra i diversi schieramenti riprenderà –  senza che sia stata oscurata o confusaalcuna identità – appena la parola tornerà ai cittadini per l’elezione di un nuovo Parlamento.

Il tentativo che oggi propongo è difficile, lo so, dopo anni di contrapposizioni edi scontri nella politica nazionale, e di molti inascoltati appelli alla moderazione, a un confronto non distruttivo, a una maggiore condivisione e coesione su scelte e obbiettivi di fondo. Ma, rispettando le posizioni di tutti e le decisioni che in definitiva spetteranno al Parlamento, confido che si voglia largamente incoraggiare nell’incarico di formare il nuovo governo il senatore professor Mario Monti, personalità indipendente, rimasta sempre estranea alla mischia politica, e al tempo stesso dotata di competenze ed esperienze che ne fanno una figura altamente conosciuta e rispettata in Europa e nei più larghi ambienti internazionali.

E’ giunto il momento della prova, il momento del massimo senso di responsabilità. Non è tempo di rivalse faziose né di sterili recriminazioni. E’ ora di ristabilire un clima di maggiore serenità e reciproco rispetto.

Operiamo tutti, nei prossimi mesi, per il bene comune, facendo uscire il paese dalla fase più acuta della crisi finanziaria. Questo, credo, è ciò che l’Italia si augura”.

Roma, 13 novembre 2011

 

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“Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale”.
L’assertività sulle modalità con cui le Camere esprimono il voto di fiducia (o di sfiducia) al Governo è dell’articolo 94 della Costituzione.
Di fronte al solenne e grave appello del Capo dello Stato con il quale egli richiama le forze politiche, seppur collocate su schieramenti opposti, a compiere “uno sforzo straordinario” nell’ emergenza finanziaria che aggredisce l’Italia per “dar vita ad un governo che possa unire forze politiche diverse” - senza che sia “oscurata o confusa alcuna identità” -  se accolto, deve trovare  in una mozione motivata (sottoscritta dalle forze che decideranno di votare la fiducia al tentativo del Senatore Monti di formare il nuovo Esecutivo) la base politica della piattafoma di governo e
dell’ adesione in Parlamento dell’appello del Capo dello Stato


Venti anni di divisioni, “di contrapposizioni e di scontri”, hanno lasciato, anche negli ultimi mesi cruciali, inascoltati gli “appelli alla moderazione” e ad una “maggiore condivisione e coesione su scelte ed obiettivi di fondo” più volte ribaditi dal Presidente della Repubblica. Questa divisione strutturale ha indebolito la posizione politica dell’Italia di fronte alla crisi dell’Euro e in seno all’Unione, pur avendo il nostro Paese le risorse per affrontare una crisi che attraversa anche altri Paesi europei.
Presenteranno PDL e PD (innanzittutto), se sosterranno l’Esecutivo di unità nazionale,  una mozione politica che motivi la condivisione della base programmatica del nuovo Governo? O tutto questo sarà subìto con disagio?  Si coinvolgeranno direttamente con i propri esponenti in una scelta politica “straordinaria”, o staranno alla finestra di un “governo tecnico” figlio del proprio disimpegno che offende il ruolo politico del Parlamento?
Sono domande che si collocano sul crinale tra la permanenza o il superamento di un bipolarismo che difende le proprie ragioni, fine a se stesse, ma giunto dopo venti anni a registrare il suo fallimento di fronte alle ragioni della Nazione. Pur di garantirsi la possibilità di nominare gli “eletti” e di fare maggioranze dopo le elezioni con un “premio di minoranza” che rende superflue le maggioranze elettorali.
Anche questi sono “privilegi”. (c.s)



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CRITICA SOCIALE
Rivista fondata nel 1891 da Filippo Turati
Alto Patronato della Presidenza della Repubblica

Direttore responsabile: Stefano Carluccio

Reg. Tribunale di Milano n. 646 del 8 ottobre 1948
edizione online al n. 537 del 15 ottobre 1994

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