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I Governi non riformano lo Stato - Intervista a Tremonti - Con Epifani svolta laburista nel PD?

Rassegna Online - 2013-05-24
Rivista storica del socialismo fondata da Filippo Turati. Alto patronato del Presidente della Repubblica nel 120° anniversario (1891-2011)

 
ARCHIVIO STORICO
La Collezione dal 1891 al 1926
LA RIVISTA
I numeri pubblicati
 

La legge elettorale non e' subordinabile alla forma di governo, ma al principio di massima rappresentanza
NON SPETTA AL GOVERNO LA RIFORMA DELLO STATO ASSEMBLEA COSTITUENTE, VEDI DECRETO 10 MARZO 1946 Una lettera di Rino Formica al Foglio

La Cassazione finalmente ha potuto esprimersi sulla incostituzionalità della legge maggioritaria che viola non solo la rappresentanza popolare, ma che rende il voto diseguale con il premio di maggioranza e squilibra i quorum di garanzia per gli organi costituzionali.All’interno di questo numero Felice Besostri, promotore con l’avv. Bozzi del ricorso, racconta la travagliata vicenda e la censura meditica cui è stata oggetto per 5 anni (sebbene la stampa debba essere guardiana della pubblica opinione, purchè evidentemente, al di sotto della Cassazione...)
L’iniziativa del ricorso esaminato dll’Alta Corte è di 27 elettori in larga misura socialisti (Gruppo di  Volpedo - Nuovo Avanti).
Tuttavia le reazioni politiche immediate sembrano voler rallentare il passo del ritorno alla normalità Costituzionale per una errata realpolitik delle “ragioni di stato”, un eccepire per senso pratico che sa di arbitrario e che e a nostro parere sottovaluta l’effetto positivo che il ripristino della legalità costituzionale e della connessa sovranità popolare nelle sue procedure formali avrebbe proprio sulla fuoriuscita dallo stato di crisi. Questo nasce appunto, come da 20 anni solo pochi avveduti, tra cui Craxi, previdero, ha le radici nella perdita di forza politica dello Stato medesimo, staccatosi dalla sovranità popolare, e nel degrado della politica ( come bene scriveva Giuseppe DeRita nell’editoriale del Corriere di lunedì).
Alcune osservazioni critiche flash. (segue)

FORMICA: SONO SANABILI GLI EFFETTI DI UNA LEGGE INCOSTITUZIONALE?

(leggi l'articolo e la lettera di Formica cliccando sul titolo)

Intervista a Giulio Tremonti e un editoriale dell'Economista: "Sonnambuli"
"RISCHIAMO IL COLLASSO, IL VERO SPREAD E' SOCIALE"

"Il fallimento di uno Stato sul proprio debito sovrano nell'Eurozona deve essere possibile per assicurare una disciplina di mercato". E' questa l'opinione di Jens Weidmann, presidente della Bundesbank e consigliere della BCE secondo quanto riferisce il Sole 24 Ore.
"Nel lungo termine - ha detto ad un convegno monetario organizzato dalla Banca di Francia - dobbiamo assicurare che sia possibile il fallimento di uno Stato. La possibilità di un "default" è un elemento chiave per la disciplina di mercato. E' per questa ragione, ha continuato Weidmann, che l'Eurozona sta lavorando sulla regolamentazione finanziaria e per la creazione dell'unione bancaria che spezzerà il legame tra le banche e il debito sovrano del proprio Paese".
Le clamorose dichiarazioni del capo della Banca centrale tedesca nel giorno in cui l' andamento dei mercati segnala che si sta ritracciando tutto, sono due PROVE DEL NOVE su quanto Giulio Tremonti prevedeva solo lunedì scorso in un'intervista al Corriere della Sera che pubblichiamo oggi, mentre va in edicola il nuovo numero dell'Economist dal titolo beffardo "I Sonnambuli" con i leader europei che camminano sull'orlo del baratro. (leggi l'editoriale cliccando il titolo ed entrando nel sito della Critica Sociale)

L'intervista è accompagnata da ampia scheda di proposte per una svolta che metta in sicurezza il nostro Paese.
Tremonti nell'intervista metteva in guardia dal pericolo dello scoppio della bolla di liquidità e puntava il dito sul programma Bail-in per il quale in caso di crisi del debito, non saranno più gli Stati, ormai esausti, a pagare (vedi vignetta dell'Economist), ma direttamente i correntisti e i risparmiatori (vedi Cipro).

Weidmann ne spiega senza peli sulla lingua la filosofia sottostante: separando Stati dalle Banche i primi potranno falllire, tanto i soldl li metterano i clienti degli Istituti.

Una nostra notazione: un linguaggio simile che prevede il fallimento di uno Stato, di solito si usa nelle guerre. E questa ha tutte le caratteristiche di una guerra: distruzione delle risorse, della capacità produttiva e degli spazi commerciali dell'avversario, dove la disciplina di mercato è la base dell'armistizio scritto nel quartier generale della potenza vincitrice. L'arma? il credit-crunch per famiglie e  imprese. I vertici europei? Utili come Monaco 1938

Nelle foto:

Sopra: la copertine dell'inserto speciale dell'Economist con le macerie degli Stati sotto la vittoria del Toro del Mercati. 

Sotto: la copetrina dell'ultimo numero del settimanale inglese: I SONNAMBULIAngela Merkel in testa ad un drappello con Hollande, Rajoy, Barroso, Passos Coelho e Van Rompuy alla sua sinistra Draghi, Letta e Samaras alla sua destra: tutti in marcia verso lo strapiombo. Titolo: "The sleepwalkers" (i sonnambuli, appunto). Sottotitolo: in attesa di un disastro europeo

(clicca il titolo per leggere l’intervista a Tremonti e, di seguito, l 'editoriale dell'Economist che ne conferma le fosche previsioni)

Contro lo scenario negativo che si profila, le idee per una svolta
CHE FARE? PROPOSTE PER USCIRE DALLA CRISI Compra-Italia, Banca pubblica per l'economica, tornare alla Glass-Steagall del 1933, allentare patto stabilità ai comuni, limitare i derivati. Bilancio unico europeo, ma con gli Eurobond
di Giulio Tremonti

Ricomprarci il debito verso l'estero in cambio di una detassazione sull' importo acquistato. Trasformare il debito sui mercati, in risparmi degli italiani e in minori tasse per via dei minori interessi da pagare ai mercati. Istituire sul modello tedesco una Banca pubblica per l'economia, tornare alla Glass-Stegall (la separazione tra banche commerciali e banche d'affari), allentare il patto di stabilità ai comuni, limitare i derivati, impignorabilità della prima casa e abolizione dell'Imu per rilanciare l'edilizia, Sono molte le proposte che vennero avanzate in campagna elettorale per mettere in sicurezza l'Italia e ridare ossigeno alle imprese e al lavoro. Eccone una sintesi

(clicca sul titolo per leggere la scheda delle proposte anti-crisi)

 
 

Dalla crisi il PD può uscirne solo con un Midas ad ottobre, con una rivoluzione copernicana
GUGLIELMO EPIFANI PER UNA SVOLTA LABURISTA?

Da Guglielmo Epifani, gia' leader socialista della Cgil ci si puo aspettare, in vista di ottobre, la preparazione di un "Midas" del Pd? Un passaggio e' urgentissimo affichè il partito politico assuma nella propria vita interna, di larga rappresentatività del mondo delle professioni e dell'imprenditoria anche il contributo, l'organizzazione, la presenza del sindacato. Una svolta laburista come sbocco unitario dopo quasi un secolo di divisioni tra socialisti, comunisti, repubblicani. Il sogno di Leonida Bissolati, di Bruno Buozzi, di Adriano Olivetti.

 

Oltre l'IS per un'alleanza coi Democratici americani, una idea già di Craxi ma respinta dai tedeschi
150 ANNI DELL'SPD SUL BIVIO LIBERALSOCIALISTA. Un articolo del 1988 di Carlo Tognoli sulla Critica Sociale

Di che si tratti ancora non si sa. Sembra che sia il progetto di un'associazione promossa da partiti socialisti che oltrepassi i rigidi confini dell'Internazionale, ma che per ora vi si affianchi e non ne costituisca un'alternativa. Naturalmente la proposta tende comunque a superare la vecchia organizzazione che ha perso negli ultimi vent'anni sia un chiaro profilo politico sia la sua influenza, priva di temi e campagne internazionaliste coordinate, priva di peso nell'Onu.

Negli anni 80 una proposta analoga fu avanzata dal PSI di Craxi e Martelli alla vigilia del crollo dell'Unione sovietica e alla vigilia della ormai fortemente voluta  dal cancelliere Kohl, prima degli altri, la riunificazione tedesca: l'Internazionale Democratica.
(clicca sul titolo: all'interno un articolo di Carlo Tognoli del luglio 1988 sull'Internazionale democratica oltre l'Internazionale socialista)

J.A. Zarzalejos: "Ricorda gli ani 90 in Italia dove i giudici dettano l'agenda politica"
MANI PULITE SBARCA IN SPAGNA

La rigenerazione della Spagna passa attraverso i tribunali. E i giudici, consapevoli del ruolo che lastoria sembra avere loro affidato, si sono lanciati per perseguire la corruzione della classe politica e finanziaria con una sensibilità che non avevano mostrato finora. Come ha scritto di Jose Antonio Zarzalejos, la Spagna ricorda l'Italia degli anni '90, con "i giudici che dettano l'agenda pubblica ed emergono come potere di riferimento."Il loro lavoro si sta traducendo in un saldo di 300 funzionari eletti imputati e di un centinaio di finanzieri nella stessa situazione giuridica. I fatti sono così recenti che la maggior parte dei processi è ancora in una fase preliminare, ma è chiaro che l’azione della magistratura spagnola sta destabilizzando il sistema e definendo l'agenda nazionale. Tra i potenti finiti nel mirino il presidente di Caja Madrid, Miguel Blesa e l’ex ministro José Blanco.


Direttore Responsabile: Stefano Carluccio.
Registrazione Tribunale di Milano numero 617 del 26 novembre 1994
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