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Sanzioni autogol
Perché le sanzioni economiche alla Russia metteranno in ginocchio l'Europa e l'Italia
IL GENERALE INVERNO GELERA' L'EUROPA

Alessandro Pedrini*

 

L’Italia, insieme alla Germania, è il partner europeo più importante per la Russia, e quindi molto esposto ai rischi della guerra d’Ucraina e alle conseguenti sanzioni imposte dalla UE alla Russia e dalla Russia.

Le sanzioni colpiscono principalmente il settore bancario, petrolifero e militare. Gli Stati Uniti hanno sanzionato singole banche, aziende e individui e formalizzato il divieto a soggetti statunitensi di intrattenere rapporti commerciali e finanziari con tali controparti. L’Unione Europea ha varato sanzioni individuali contro esponenti politici, vietato l’accesso al mercato dei capitali in Europa ad alcune banche russe, e proibito l’import/export di beni militari e l’esportazione di tecnologia destinata al settore petrolifero russo.

Il volume del commercio globale UE-Russia nel 2012 è stato – secondo i dati della Commissione Europea, Eurostat - pari a 246 miliardi di euro con un incremento del 185% rispetto al 2000. Mosca soddisfa circa il 32% del fabbisogno energetico europeo e assorbe oltre il 7% delle esportazioni UE delle quali la fetta più grossa è ad appannaggio della Germania con circa 40 miliardi di euro, seguita dalla Francia con 38 miliardi e dall’Italia con 10 miliardi.

Le esportazioni UE verso la Russia mostrano, ad eccezione del 2009, un incremento costante e significativo (+31% tra il 2009 e il 2010).  I settori produttivi UE più gettonati sono la manifattura, il settore alimentare, la siderurgia, l’elettronica e l’impiantistica. Per quanto riguarda l’Italia la meccanica strumentale è il settore che esporta maggiormente, seguito dall’abbigliamento e pellame, l’automotive,  la chimica, i mobili, l’alimentare e gli apparecchi elettrici.

Per quanto riguarda l’import, i prodotti energetici rappresentano tre quarti del valore di tutte le importazioni con petrolio e prodotti petroliferi a fare la parte del leone (85%), mentre il gas si attesta all'11%. Secondo l'Agenzia Internazionale per l’Energia la Russia ha superato l'Arabia Saudita in termini di produzione di greggio ed è oggi il primo produttore mondiale con 502 milioni di tonnellate contro le 471 dell’Arabia Saudita. Nel 2012 l’UE ha importato circa 190 milioni di tonnellate di petrolio greggio dalla Russia di cui Germania, Polonia, Paesi Bassi e Italia sono stati i principali paesi di destinazione. Piu'del 35% della quantità totale di gas naturale russo verso l'UE è destinato alla Germania. seguito dall'Italia, con una quota del 17%.

Questi dati ancora una volta ci mostrano la sbilanciata dipendenza energetica dell’Unione Europea dalla Russia.

Secondo un recente studio SACE, in caso di intervento diretto della Russia nel conflitto, che è quello che sta avvenendo in questi giorni, si prevedela chiusura delle pipeline russe che attraversano l’Ucraina, la fuga dei capitali dalla Russia e l’aumento dei tassi di interesse.” Questa situazione comporterebbe un inasprimento delle sanzioni USA “che causerebbe una brusca frenata dell’economia Russa(-2,2% nel 2014 e -4,5% nel 2015) a causa del drastico calo degli investimenti e dei consumi e una trasmissione dell’instabilitàÌ€ alla valuta locale con un forte deprezzamento del rublo.” Per l’Italia le conseguenze sarebbero significative: ” il rallentamento dell’export sarebbe pari al 12% nel 2014 e dell’11% nel 2015, esteso a più settori anche alla luce del probabile inasprimento del quadro sanzionatorio. In questo caso l’Italia registrerebbe una perdita totale di esportazioni pari a €2,4 miliardi nel biennio 2014-2015. di cui 1 miliardo solo nel settore della meccanica strumentale.”

Al momento Mosca è convinta che le sanzioni avranno ripercussioni maggiori in Europa che in Russia. Una convinzione che diventa preoccupazione tra gli agricoltori e i produttori europei, nonostante la Commissione Europea abbia destinato circa 125 milioni di euro di aiuti. La Russia infatti, come commenta su MF Francesco Forte, al momento, riesce ad approvigionarsi dei prodotti sotto embargo su Paesi extra UE, Cina in primis, e soddisfa anche le pressioni interne della lobby agricola che chiedeva piu'protezionismo.

Il vero braccio di ferro si gioca però sul gas. L’inverno si avvicina e l’Unione europea, Italia in testa, ha estrema necessità del gas russo.  Solo i tedeschi soddisfano il 40% del loro fabbisogno con il metano proveniente dall’Est e non esiste alternativa concreta ed immediata.

Per la prima volta quest’inverno, secondo alcuni analisti, l’Europa non stoccherà il Gas nei propri depositi e ciò renderà l’Europa ancora più vulnerabile e dipendente da Mosca. Per non parlare delle speculazioni sui prezzi. La crisi Russia-Ucraina del 2009 sarà nulla a confronto.

In questa nuova guerra di potere, ancora una volta, i russi avranno dalla loro il Generale Inverno che potrebbe segnare il punto decisivo.

*Economista, MBA SDA Bocconi 



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Rivista fondata nel 1891 da Filippo Turati
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Direttore responsabile: Stefano Carluccio

Reg. Tribunale di Milano n. 646 del 8 ottobre 1948
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