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Bettino Craxi in libreria
La cronaca in diretta del passaggio dalla 1 alla 2 Repubblica
GLI APPUNTI DI BETTINO CRAXI
"IO PARLO E CONTINUERO' A PARLARE"
(clicca qui per il video)


 

 

di Stefania Craxi

Tutte le mattine, un compagno che nulla gli doveva, se non anni di comune militanza, gli inviava dall’Italia, sull’ormai famoso fax, la rassegna stampa giornaliera. Sul retro di quei fogli Bettino scriveva di getto reagendo ai fatti della giornata o, in seguito alle sue notti insonni, le sue riflessioni.

“Io parlo, e continuerò a parlare…” è una raccolta di note, appunti e considerazioni scritte tra il 1994 e la fine del 1999 che raccontano, attraverso lo sguardo di un’esule, la storia della Seconda Repubblica vista da Hammamet.

Non è una raccolta di memorie, ma un è libro di un’attualità strabiliante, che ritrae in maniera impietosa l’Italia dell’oggi a vent’anni da quella “Falsa rivoluzione” che diede vita alla cosiddetta seconda Repubblica.

Craxi, con una lucidità ed una preveggenza che sbalordisce, propria di uno statista ancor prima che di un leader politico, “vede” con largo anticipo la drammatica situazione in cui versa l’Italia. Un’Italia, che descrive con le stesse parole che Garibaldi usò nel suo esilio di Caprera, “derisa all’estero e miserevole al suo interno”.

Nel libro, non mancano giudizi e previsioni sulla tanto attuale e dibattuta questione europea. Craxi, anticipa la necessità di rivedere regole, tempi e modi del processo d’integrazione per evitare un’Europa delle burocrazie che si sarebbe rivelata per il nostro Paese “nella migliore dell’ipotesi un limbo, e nella peggiore un inferno”.

Il libro inizia con l’epilogo della prima Repubblica, la resa di un’intera classe politica e la fine del primato della politica.

Non manca la descrizione del sistema di finanziamento dei partiti, descritto senza infingimenti e senza viltà, ed una severa analisi sul degrado che negli anni si era venuto accumulando ai margini del sistema, contestualizzando fatti ed eventi nella giusta dimensione storica e politica.

Craxi, rivendica altresì i meriti di una prima Repubblica che aveva sollevato le sorti di un Paese contadino, uscito sconfitto e povero dalla guerra, che grazie al sacrificio e alla volontà di conquista degli italiani ed una guida politica lungimirante, era diventato la quinta potenza economica mondiale.

Il secondo capitolo, è invece dedicato alle vicende della Seconda Repubblica che, nata dalla violenza e dalle menzogne di “Mani pulite”, avrebbe finito per provocare soltanto macerie; macerie di cui oggi se ne percepisce la portata.

Craxi, nelle sua analisi e nei suoi racconti, non risparmia i protagonisti di queste vicende. Non a caso, un capitolo, è dedicato agli “Uomini nuovi” - da Amato a D’Alema da Prodi a Fini, tutti in realtà ben inseriti nel sistema della Prima Repubblica - qualcuno più degli altri – che in molti casi si sono elevati al ruolo di grandi moralizzatori comportandosi o come bugiardi, o come “extraterrestri” totalmente estranei al sistema.

Craxi, nei duri anni di Hammamet, scrive molto ed a lungo della persecuzione giudiziaria di cui è vittima, rivendicando la sua condizione di perseguitato e di esiliato - un esilio né dorato, né argentato ma doloroso -  respingendo sdegnosamente ogni ipotesi di corruzione ed arricchimento personale.

Dagli scritti emerge senza rancore, spirito di rivalsa o di vendetta, il sentimento di una vita spesa per la politica e per il Paese con tutto il suo carico di passione, idealismo ed errori. Ma soprattutto, affiora la sua grande nostalgia per l’Italia, la sua Patria.

Craxi, dopo una vita di lavoro, si è trovato nella condizione dolorosa e difficile di doversi reinventare la giornata. Ogni tanto fantasticava di un libro di memorie che non avrebbe poi mai scritto, ma era grande il suo desiderio affinché la storia fosse scritta “bene”.

Il titolo del libro, curato dalla Fondazione Craxi ed edito da Mondadori, è estratto da una sua videointervista appassionata in cui, scagliandosi contro coloro che volevano rilegarlo all’oblio ed ad silenzio, assicura che “io parlo, e continuerò a parlare”.

E’ questo il senso di questo lavoro e dell’impegno della Fondazione in suo nome. E’ l’ostinazione, la volontà, di esaudire un suo desiderio, affinché Craxi possa parlare, e continuai a farlo per lungo tempo ancora.



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CRITICA SOCIALE
Rivista fondata nel 1891 da Filippo Turati
Alto Patronato della Presidenza della Repubblica

Direttore responsabile: Stefano Carluccio

Reg. Tribunale di Milano n. 646 del 8 ottobre 1948
edizione online al n. 537 del 15 ottobre 1994

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