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ILVA, LAVORO CONTRO SERRATA
La Costituzione consente ai lavoratori dell'Ilva di opporsi alla chiusura
ILVA, IL LAVORO CONTRO LA SERRATA

 

 

I commissari straordinari dell'ex stabilimento Ilva hanno depositato presso la Procura della Repubblica di Taranto una denuncia per verificare se i comportamenti messi in atto dalla Arcelor Mittal configurino ipotesi di reato.

Comportamento legittimo e atto dovuto da parte dei Commissari che però non sposta di un millimetro la gravità del problema e soprattutto non  è questo lo strumento per risolvere il problema della produzione della fabbrica e della salvaguardia dell'occupazione a Taranto. 

Ancora una volta i sindacati che sembrano aver preso decisamente l'iniziativa politica indicano quale deve essere la soluzione.

Carmelo Barbagallo, leader Uil: “Questa storia che faremo una grande causa alla società mi preoccupa, perché quando finirà la causa non avremo più prospettive industriali e posti di lavoro." A ruota Maurizio Landini afferma: “Non saremo complici di una scelta di questo genere, troveremo tutti i modi e tutte le forme possibili, perché lì la gente vuole produrre acciaio senza inquinare, non vuole chiudere impianti”.

Il governo da parte sua non ha ancora una soluzione, Luigi De Maio propone sostanzialmente il nulla e rifiuta ogni ipotesi di nazionalizzazione o di soluzione alternativa al problema. Conte tace!

Serrata! Come può definirsi la minaccia della Arcelor Mittal a chiudere gli altiforni in maniera graduale. Il  dizionario Treccani definisce la serrata "Sospensione totale o parziale del lavoro disposta dal datore di lavoro come mezzo di intimidazione, di coercizione e di rivalsa contro i lavoratori, durante vertenze e lotte sindacali"N on riesco a definire diversamente e iniziative che in questi giorni la Arcelor Mittal sta ponendo in essere.

Le esternazioni di De Maio possono aiutare a risolvere il problema? Probabilmente no! Almeno nell'immediato.  E' come se il ministro degli esteri avesse proposto di attraversare l'oceano in un gommone.

La verità è che lo Stato oggi non conosce lo stato delle cose, né si preoccupa di sapere e supportato da un liberismo intransigente non è in grado nè di controllare né di orientare le scelte economiche.

Il problema dell'ex Ilva si può risolvere solo con la gestione diretta da parte dello Stato dell'azienda.  Tale soluzione però appare  non immediatamente applicabile. Occorre pertanto una soluzione intermedia che impedisca lo spegnimento dello stabilimento. Paradossalmente la risposta ce la dà la nostra Costituzione dove all'art. 41sancisce "Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali" e all'art. 43 che precisa che  "A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale."

Gli operai di Taranto hanno il diritto costituzionalmente garantito di occupare la fabbrica per impedirne lo spegnimento e continuare la produzione. Lo Stato a sua volta avrà il dovere di garantire la sicurezza sul posto di lavoro, gli strumenti economici per far funzionare la fabbrica e mettere in atto una politica di vendita dei prodotti siderurgici della fabbrica.

Contro la serrata della Allcelor Mittal la sola risposta è l'occupazione della fabbrico non come  atto eversivo ma come atto a difesa dell'occupazione e della democrazia. Sono gli operai che hanno tenuto aperta la fabbrica non il Consiglio di amministrazione degli indiani.

L'oppressione economica cui sono stati soggetti i lavoratori a seguito delle politiche liberiste ha prodotto disoccupazione e povertà. Per invertire questa tendenza è necessario costruire una democrazia economica e politica in cui ogni individuo avvia il diritto di intervenire per determinare l'affermarsi delle proprie scelte per far prevalere il bene comune.

Lo Stato ha solo il dovere di mettersi al servizio degli operai della stabilimento di Taranto facendo per loro tutto quello che essi non saranno in grado di fare da soli.

La Uil e la CGIL hanno indicato la strada da percorrere, gli operai dello stabilimento di Taranto hanno il diritto/dovere di proseguire su questa strada occupando la fabbrica e lo Stato direttamente o attraverso i Commissari ponga  in essere ogni iniziativa atta a difendere il lavoro, l'occupazione, la produzione e in buona sostanza la democrazia.

Beppe Sarno

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CRITICA SOCIALE
Rivista fondata nel 1891 da Filippo Turati
Alto Patronato della Presidenza della Repubblica

Direttore responsabile: Stefano Carluccio

Reg. Tribunale di Milano n. 646 del 8 ottobre 1948
edizione online al n. 537 del 15 ottobre 1994

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