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2004,
Numero 9

LIBERALE CONTROCORRENTE

di Alba Chiara Rondelli

"Iliberali tendono sovente a credere, come i marxisti, che l'ordine del mondo possa riconciliare le loro aspirazioni con la realtà. Questa fiducia non è certo priva di grandezza. Lasciate che l'ammiri senza tuttavia imitarla". Così scriveva nel 1972 il sociologo, filosofo ed storico francese Raymond Aron ne "Il concetto di libertà". Un'utopia, quella dei liberali, messa in luce anche da Angelo Panebianco nel suo ultimo libro "Il potere, lo stato, la libertà", edito da Il Mulino. Il politologo ed editorialista del Corriere della Sera, studioso del pensiero liberale e di Aron, riconosce all'intellettuale francese il merito di aver saputo analizzare i limiti della dottrina liberale e la sua scarsa capacità di relazionarsi con il problema dello stato e della politica. Limiti che pochissimi pensatori liberali riuscirono davvero ad individuare. Per i liberali infatti , dagli scozzesi fino agli anarcocapitalisti, lo Stato è sempre stato un nemico, un pericolo per le libertà individuali, per il mercato e la concorrenza. Un male necessario da arginare nel caso del liberalismo d'impostazione classica che auspicava uno Stato minimo; un elemento eliminabile nel caso di pensatori anarchic...