2004, Numero 9
NON ESISTE UN TOGLIATTI "ITALIANO" SALERNO, AMNISTIA, PARTITO NUOVO: IL CONTESTO RESTA L'URSS
di Ugo Finetti
Discutere pacatamente su "ciò che è vivo e ciò che è morto" di Togliatti dovrebbe essere ormai possibile a quarant'anni dalla sua scomparsa e con il PCI e il sistema dei paesi comunisti usciti di scena. Proprio a colui che è stato il vero "fondatore" del PCI va sicuramente applicato il criterio seguito da De Felice (e per questo attaccato dalla storiografia dei seguaci ed apologeti di Togliatti ispirati al materialismo storico di Togliatti, salvo Paolo Spriano) circa il ruolo decisivo delle singole personalità nelle vicende storiche. Che si voglia far luce sui suoi pregi pur non tacendone difetti e colpe è più che legittimo, ma bisogna fare attenzione a non riproporre un suo status salvifico e superiore rispetto agli altri leader democratici e cioè a non insistere nel considerarlo pur sempre "Il Migliore" come ancora hanno fatto, dalle colonne del "Corriere della Sera", Piero Fassino insieme a Paolo Franchi. La loro proposta è quella di considerare un "Togliatti italiano" depurato dal contesto sovietico ed in aggiunta lo storico Aurelio Lepre è arrivato a sostenere ? addirittura ? una sorta di corrispondenza di amorosi sensi tra Gramsci e Togliatti attraverso le "Lettere...
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