2004, Numero 4/5
IL DISPREZZO DEI COMUNISTI
di Stefano Caretti
Pochi uomini politici hanno ispirato intere generazioni e suscitato echi così profondi e duraturi anche all'estero come Giacomo Matteotti. Nei giorni che seguirono la Liberazione, dal più piccolo borgo alla grande città fu un susseguirsi di iniziative tese ad a onorare il più illustre martire dell'antifascismo. Al suo nome vennero intitolati vari viali, ponti, piazze, strade, edifici scolastici e abitativi, colonie per l'infanzia, circoli culturali e di partito. Con oltre tremiladuecento dediche Matteotti risulta settimo nella toponomastica dell'Italia repubblicana. Il mto di Mateotti, custodito dai fuoriusciti e rinato nelle formazaioni partigiane, restava nel dopoguerra sempre vivo "ne cuore della gente più umile, ma anche in quelli degli intellettuali e dei piccoloborghesi, i quali vedevano nel volto scavato del martire socialista... una sorta di santo laico, capace di evocare con la propria immagine un mondo intero di idee, un avvenire più giusto e felice" (Ennio Di Nolfo, Le paure e le speranze degli italiani, Mondadori). Un mito che contribuì sensibilmente all'affermazione del Partito socialista come primo partito della sinistra ale elezionidel 1946 per la Costituente, quan...
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