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2004,
Numero 4/5

TURATI STUDIATO DAI DETENUTI

di Stefano Carluccio

"Il povero è predestinato al carcere" e dunque "l'unica misura sostitutiva della pena è la riforma sociale" con la quale occorre realizzare "la parità delle condizioni sociali della moralità". Sono concetti che hanno formato la coscienza civile moderna, ma che seppur scritti oltre un secolo fa sembrano ancora racchiudere un'utopia. Eppure tentando un esperimento, nel corso di un anno, all'interno del carcere di Opera, vicino Milano leggere con dodici detenuti condanati a pene ce non lasciano sperare in un breve soggiorno "Lo Stato delinquente" del giovane Filippo Turati, da ci quelle idee sono tratte quell'utopia ancora ci aiuta a chiarire la realtà della politica penale odierna e, pi_ in generale, a farci un'idea della concezione dell'uomo nella società del nostro tempo. Grazie alla sensibilità della Direzione che tenta con ogni sforzo di "umanizzare" le condizioni di soggiorno dei condannati favorendo chiunque abbia una buona idea per fare qualcosa che aiuti a non sprecare il tempo che si è fermato dietro alle sbarre, Critica Sociale ha potuto svolgere un seminario sul saggio di un Turati ancora venticinquenne, che gli storici considerano il primo scritto ...