2003, Numero 7
COSÌ COMINCIAMMO CRAXI ENTRAVA A PALAZZO CHIGI
di Gennaro Aquaviva
Craxi ha in mano delle buone carte e le gioca con abilità. Cerca di ottenere dai comunisti ? e non solo pro forma ? un atteggiamento meno duro di quello che paventa: ma alla fine porterà a casa solo correttezza formale. Con i democristiani si ripresentano i problemi di sempre, soprattutto nella distribuzione dei portafogli: è questo che lo preoccuperà fino all'ultimo minuto. Un pomeriggio, dopo due settimane abbondanti di faticosa trattativa, proprio per evitare di finire sulla graticola, annuncia che l'indomani a mezzogiorno si recherà dal Presidente della Repubblica per sciogliere la riserva e consegnare la lista dei ministri. Il giorno dopo lo vado a prendere al Raphael un quarto d'ora prima e, mentre ci avviamo, gli chiedo se ha la lista completa: ridacchiando mi risponde di no. Arriviamo davanti al portone del Quirinale e l'enorme guardiaportone, in feluca e coda, ferma imperiosamente la macchina, si affaccia al finestrino anteriore dove sono seduto io, e rivolgendosi al sedile di dietro dov'è sistemato Craxi scandisce a voce alta: "l'On. De Mita prega il Presidente incaricato di telefonargli prima di entrare in udienza dal Presidente della Repubblica". Io ho come un moto di...
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