2003, Numero 7
LIBERTÀ E CATTIVO BUONISMO
di AttIlio Mangano
Quando apparvero in Usa i primi dizionari del "politicamente corretto", ricorda Barbara Spinelli, fu un momento emancipatore, finalmente una minoranza intellettuale si faceva beffe del conformismo di tanti benpensanti di sinistra. " Molti fecero carriera grazie a questa capacità di denunciare", ricorda la Spinelli, che vede oggi l'abuso di un certo "cattivismo" sulla stampa come un segnale non più emancipativo ma volgare e degenerativo. La Spinelli si riferisce alla nuova retorica e volgarità della fraseologia leghista sul cannoneggiamento degli immigrati. Uno splendido esempio di cattivismo politicamente scorretto lasciatoci in consegna dal bravissimo Francesco Merlo sembra essere ormai per arguzia e aggressività intellettuale il cattivo chemorde, ovvero il Giuliano Ferrara del "Corriere della Sera". "Perché la Cia non piazza quattro armi per risolvere il problema irakeno delle armi di distruzione finora non trovate", si chiede Merlo". Evidentemente quelli della Cia non danno più retta a Cossutta, non leggono gli articoli di Curzi e Vendola su "Liberazione", non guardano Bertinotti a "Porta a Porta", non conoscono se stessi perché si ostinano a non studiare i saggi ...
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