2003, Numero 7
RIGURGITO GIUSTIZIALISTA ORA È SOFRI NEL CAPPIO DELLA LEGA
di Stefano Carluccio
Il ministro Castelli sta facendo girare non un cerino acceso, ma un candelotto. Quando si aprono gli album di famiglia non si sa cosa alla fine si trova. Nel rilanciare con la proposta di amnistia la palla nel campo di chi ha lo ha sollecitato a presentare la richiesta di grazia per Sofri, il ministro furbeggia poggiandosi su un principio vero: Sofri è un dete nuto uguale ad altri ottomila e rotti detenuti in car cere per omicidio. Dopo di che sterza bruscamente e conduce la scarcerazione di Sofri a parcheggiare in un atto generale di clemenza che possa produrre una "pacificazione". E qui sbaglia due volteLa prima perché un'amnistia che cancelli il reato di omicidio (per giunta politico) non sta né in cielo, né in terra. Se poi pensa all'amnistia proposta dal Papa, l'occasione c'è già stata ed è stata proprio da lui respintaMa queste sono polemichette. Ciò che conta è altro, il suo sottofondo culturaleLe ragioni soggettive che spingono a chiedere la gra zia sono le più differenti tra loro, spesso addirittura in contrasto. Ma un dato oggettivo è colto da chiun que e nello stesso modo: dopo tanti anni di carcere già fatto, successivamente ad un lunghissimo inter vallo intercorso t...
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