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2003,
Numero 6

PARTITO GRANDE O SOCIALISTA?

di Critica Sociale

La critica che Filippo Turati muove alla Democrazia del suo tempo era, nella sostanza, quella di voler egemonizzare con un proprio programma "di riformette e ritoccature per la più parte politiche" il nascente movimento operaio. Lo scrive chiaramente nel' 90 su Cuore e Critica, la rivista repubblicana fondata da Arcangelo Ghisleri, in replica al programma di Felice Cavallotti, leader del movimento radicale, che in vista di elezioni entro la fine dell'anno, aveva presentato le sue proposte al Congresso di Roma nel maggio dello stesso anno. Ma la sua formazione Democratica, nelle cui fila Turati tuttora militava più come poeta e come critico letterario che da attivista politico, lo porta a restare nel dibattito e a precisare i termini della sua delusione. Già attento ai nuovi stimoli della cultura positivista che nella fine del secolo prendeva piede in Italia e da lì sensibile alla nuova cultura socialista dalla cui formulazione francese Turati attingeva le suggestioni più forti, il futuro fondatore del PSI si limita, in un primo tempo, a rettificare quelli che a suo avviso sono ormai dei limiti per il movimento radicale e democratico italiano di matrice risorgimentale. E cosciente...