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2003,
Numero 6

WOJTYLA VERSUS BUSH

di Massimo Teodori

Non sono pochi gli osservatori che si sono chiesti perché in occasione dell'Iraq Papa Giovanni Paolo II abbia perseguito con tanta intensità e tanta tenacia l'obiettivo della pace o, meglio, della non guerra, rivolgendosi direttamente e in maniera insolitamente cruda al Presidente George W. Bush. Che un Pontefice operi attivamente per la pace non è certo nuovo né singolare: rientra nella missione della Chiesa di Cristo operare perché l'evangelico "Non uccidere" divenga realtà in ogni luogo e in ogni tempo. Ma di fronte all'intervento in Iraq, Wojtyla ha dato prova di un attivismo e di una passione che hanno messo in luce come la crisi irachena sia stata affrontata in maniera alquanto diversa da analoghi casi. Il Pontefice ha tentato ogni possibile via diplomatica ricevendo i maggiori protagonisti della vicenda dai premier e ministri degli Esteri occidentali all'inviato iracheno Tareq Aziz, dal segretario generale dell'ONU Kofì Annan al rappresentante dell'islamico Iran e spedendo in missioni speciali il cardinale Roger Etchegaray presso Saddam Hussein e il cardinale Pio Laghi presso George W. Bush. Come mai era accaduto in precedenza, le parole pronunciate dal Papa ex cathedrap...