2003, Numero 5
LA LINGUA EUROPEA
di Leo Solari
Vi è un aspetto del futuro della costruzione europea su cui per una sorta di tacita convenzione generale si preferisce non interrogarsi. Esso riguarda il modo come evolverà la comunicazione linguistica nell'Unione e, più in generale, le prospettive dello scenario delle lingue in Europa. Con l'allargamento dell'Unione da 15 a 25 paesi (in un secondo tempo anche a Romania, Bulgaria e, in seguito, alla Turchia) le lingue ufficiali dell'Unione sono destinate a divenire oltre il doppio delle attuali, mentre si delineano possibilità che varie altre lingue vengano ad aggiungersi con l'adesione di nuovi paesi quali Russi, Ucraina, Israele. Come si concilieranno esigenze di funzionalità della comunicazione linguistica nell'ambito delle istituzioni comunitarie con il principio del rispetto della parità delle lingue nazionali dei paesi membri? Ciò che era agevole e relativamente poco costoso in una comunità composta da pochi paesi (all'origine solo sei) diverrà inevitabilmente di estrema complessità e gravosità in un'Europa con oltre una ventina di lingue nazionali. Ma ben maggior rilevanza presenta, per i problemi di fondo che evoca, un altro interrogativo. Con il progredire del processo di ...
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