L'idea di ristampare un libro su Tobagi, fino al processo di primo grado, "mutatis mutandi", quindi con le opportune riassunzioni e modi fiche, a quasi un quarto di secolo dal barbaro assassi nio dell'inviato del "Corriere della Sera", nasce da una serie varia di motivazioniInnanzitutto, ricordare un collega, che era anche un carissimo amico, che del "coraggio della ragione" aveva fatto lo scopo della sua vitaMolti terroristi della prima "generazione", in seguito catturati, hanno detto, quasi all'unisono, "perché non ci avete fermato prima". Anche Galesi e la Lioce, forse, potevano essere fermati prima. Ma ce ne sono altri che "andrebbero fermati prima", prima che la si tuazione degeneri come negli anni '70 e '80, gli "anni di piombo"Infatti, che differenza c'è nel comportamento dei "katanga" del movimento del "Movimento studente sco" del '68 e dei "black blocks" in occasione del G8 di Genova? Nessuna. Che differenza c'è tra gli omici di Casalegno e Bachelet e quelli di D'Antona e Biagi? NessunaRicordo ancora, come se fosse adesso, la sera prima del suo omicidio, al "Circolo della Stampa" in corso Venezia, a Milano. Tobagi era presente per un dibat tito nel qu...