Sono sempre stato restìo a parlare pubblicamente dei miei colloqui con Bettino Craxi. Custodendo l'onore di essere suo editore negli anni dell'esilio e suo redattore (questa è stata la mia direzione) nella conduzione della Critica Sociale dal 1994 in poi, ho custodito per rispetto verso la sua persona anche il contenuto delle sue confidenze: se fosse stato necessario far sapere qualcosa, ci avrebbe pensato lui. La ragione della mia abituale riservatezza, ovvero il sincero rispetto per quel grandissimo statista, mi spinge ora ad intervenire a proposito della vicenda SME per ribadire la sua posizione effettiva e la sua condotta politica che, nello scontro in corso, rischiano di essere equivocate o menomate. Nella primavera inoltrata del1999 Craxi mi parlò a lungo della SME. L'anno successivo, leggendo il libro di Massimo Pini ("I giorni dell'IRI") vi ho ritrovato esattamente la versione che avevo ascoltato e conservato nei miei appunti. Non tornano i conti, invece, con le dichiarazioni rilasciate successivamente da Giuliano Amato ed in particolare nel punto in cui affermava di non ricordare come fecero a bloccare la vendita nel governo. Questo, invece, è il punto chiave perché dimo...