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2003,
Numero 3/4

SPARIGLIAMO. E DIALOGHIAMO

di Stefano Carluccio

Michele Salvati in un recente articolo comparso in forma di "appello" sul Foglio contraddice le conclusioni della Conferenza di Milano dei Ds e ripropone la necessità di una separazione tra "riformisti" e "radicali" nella Quercia e nell'Ulivo. In tal modo sostiene ognuno disporrebbe di una propria autonomia politica. Salvati vede nel superamento definitivo della continuità storica dall'ex Pci la chiave perché la sinistra esca dalla sua crisi. Una rottura, quella proposta oggi, ben più drastica di quella che, assieme a Salvatore Veca, lo stesso Salvati propose all'indomani dell'89 in un analogo "appello" rivolto all'allora segretario del Pci, Achille Occhetto, affinché cambiasse nome e simbolo del partito. Il "partito democratico", come si chiamerà nell'ipotesi uno dei due nuovi partiti che sorgeranno dalla scissione diessina, sarà quello abitato da tutti i riformisti della Quercia e dell'Ulivo. L'idea di Salvati somiglia molto a quella che da un po' di tempo gira con il nome di "margheritone", come è chiamata nello slang politichese che ha il merito, come tutti i dialetti, di trovare il nome più appropriato per definire la sostanza delle cose. Una sostanza che lascia ...