2003, Numero
CON IL TRICOLORE
di Angelo Varni
Giunti all'appuntamento unitario senza una specifica tensione ideale che ne definisse il loro ruolo nell'ambito del quadro politico genericamente liberale e liberalista proposto dal gruppo dirigente, i ceti popolari tanto variamente dislocati nella penisola sotto il profilo economico e sociale, furono sospinti ad individuare propri autonomi punti di riferimento che fossero in grado di supplire a quella carenza di concreta rappresentatività tipica dei partiti impegnati nella battaglia risorgimentale. Troppo imponente infatti, era stato lo sforzo di costruzione politica di un'identità nazionale e, tutto sommato, troppo carico di fiduciose attese in una totale palingenesi derivante dalla sparizione degli antichi regimi, perché potesse esistere uno spazio di riflessione e di proposta riservato alle esigenze del mondo del lavoro. Quindi queste restavano sospese tra le reminiscenze delle antiche strutture aggregative demolite dall'incalzare dei nuovi sistemi produttivi, gli esempi organizzativi dei paesi a più matura crescita capitalistica, gli appelli ad un'etica "nazionale" da costruire e da preservare nella precaria fase di trapasso verso un unico Stato e la sostanziale incapacità (...
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