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2002,
Numero 12

IL CASO GIULIETTO CHIESA

di Giancarlo Lehner

Ho posto alla Commissione Mitrokhin il problema Giulietto Chiesa: può un excorrispondente italiano da Mosca, pagato per quasi tutti gli anni Ottanta non dal proprio editore, ma dall'URSS, svolgere il ruolo di consulente di una Bicamerale impegnata ad accertare il grado di penetrazione sovietica nella politica, nella cultura, nell'informazione di questa Nazione? Secondo me, no. Anzi, siffatta situazione sfiora il vaudeville.Del resto, il comunismo italiano non fa parte della storia conchiusa, essendo, per così dire, passato dissimulato eppur vivente nella società civile, nelle redazioni, nelle facoltà, nell'editoria, finanche nelle aule di tribunale e in qualche parrocchia. Non ho, in verità, neppure chiesto il licenziamento di Chiesa, offrendo, al contrario, le mie dimissioni, come onesta testimonianza di dissenso. Di qui, una pioggia di insulti e di parole in libertà, che disvelano, il livello degli epigoni. Il diessino Walter Bielli mi dipinge, ad esempio, come artefice di «accuse volgari», benché io mi sia limitato a riportare un documento del Comitato Centrale del Pcus. Ho scritto venti libri, tuttavia, l'Unità,colta da furia trasfiguratrice, mi attribuisce un volume che appart...