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2002,
Numero 11

L'INQUIETANTE EREDITÀ DELLA QUESTIONE "SUDETI"

di Walter Marossi

Nato in un famiglia di ricchi possidenti che persero tutto con la conquista del potere da parte dei comunisti, Vacklav Havel a causa della sua origine sociale non può compiere un ciclo di studi regolari ed è costretto a frequentare scuole serali ed ad iscriversi ad una università tecnica. Il suo primo lavoro è quello di aiutante di palco in un teatro quello stesso per cui comincieràù a scrivere i suoi drammi. Con il 1968 e l'invasione sovietica conosce l'impegno politico diretto nelle fila dei difensori dei diritti umani, termine tra i più pericolosi nella Cecoslovacchia sovietizzata; i suoi scritti circolano clandestinamente ed in più occasioni gli fu offerto di lasciare il paese. Come scrive Claudio Magris: "Nei saggi scritti quando era perseguitato dal regime comunista allora imperante, nella Cecoslovacchia invasa dai sovietici nel '68, Vaclav Havel difendeva la vita contro l'ideologia, distingueva strenuamente la verità dall'apparenza, accusando il totalitarismo di annientare la prima con la seconda; lottava per l'autenticità contro la menzogna, per i valori contro la riduzione dell'intera esistenza a mera soddisfazione di bisogni, per il significato della vita e per l'arte ch...