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2002,
Numero 8

RADICI DEL CONFLITTO

di Ernesto Galli della Loggia

Lo scontro divampato nell'aula del Senato squassa da anni il Paese. È lo scontro tra i sostenitori della legalità, «costi quello che costi» da una parte, e quelli della volontà popolare «costi quello che costi» dall'altra, tra il partito dei giudici e il partito di Mediaset. Ma esso ne copre un altro, che va più alla radice delle cose, verte sulla loro sostanza storicofattuale, e per questo è lo scontro decisivo. Anche perché è quello che finisce per determinare l'orientamento di una fascia intermedia di elettori strategici: quelli che da circa un decennio si sforzano di non essere accecati dal pregiudizio e di conservare come su queste colonne è stato già autorevolmente auspicato insieme al senso della realtà, un pò di carità istituzionale (e di patria, il che non guasta). Lo scontro è quello tra chi riconosce che all'origine del nuovo corso politico del maggioritario c'è stato un formidabile cortocircuito tra giustizia e politica, che «Mani pulite», ne è stata un'espressione, e chi invece non vuole riconoscerlo. Così come non vuole riconoscere che quel cortocircuito è proseguito ben oltre il 1994. Intendiamoci: non vuole riconoscerlo in pubblico, perché poi, in privato, invece,...