Per l'Unità la strage di Palermo divenne un avvertimento a chi indagava su Tangentopoli. E Repubblica titolò: «L'ultima telefonata con Di Pietro» La strumentalizzazione dell'assassinio di Giovanni Falcone nel maggio 1992. Il magistrato morì un sabato. Il lunedì successivo, la Repubblicauscì in edizione straordinaria titolando: «L'ultima telefonata con Di Pietro». Scrisse che il magistrato siciliano «provava un'affettuosa invidia per Gherardo Colombo e Antonio Di Pietro: li vedeva correre, trovare, scavare, coordinare blitz, mentre lui stava dietro una scrivania del ministero... si è saputo solo ieri che Giovanni Falcone seguiva da vicino l'inchiesta sulle tangenti». Di Pietro e Falcone «si erano sentiti al telefono, l'ultima volta, proprio venerdì sera. Il giorno prima scrive sempre Repubblica c'era stata un'altra, lunga telefonata di Falcone... ma adesso una tonnellata di tritolo ha spezzato per sempre il suo contributo all'indagine milanese». Il Giornalediretto da Montanelli titolò: «Di Pietro: Giovanni collaborava con me». Giovanni. L'Unitàscrisse: «A Milano i magistrati hanno subito considerato la strage di Palermo anche un avvertimento per quanti vogliono smascherare i signor...