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2002,
Numero 7

CAMBIARE POCO PERCHÉ NULLA CAMBI

di Danilo Di Matteo

Leggendo alcuni degli interventi al congresso dello SDI rilevo che, malgrado il rilancio dell'idea prodiana della casa comune dei riformisti e il sincero sostegno ad Artemide (il gruppo trasversale che tenta di dare unità programmatica e organizzativa all'Ulivo, magari a un "piccolo Ulivo" dei riformisti più coerenti), manca la percezione della profondità dei cambiamenti di cui hanno bisogno la sinistra e l'Italia. Col rischio di cambiare poco affinché nulla cambi... Intini ha pronunciato parole lucide sulla "morte della politica" e sulla "sindrome del neofita" che a volte gli ex comunisti, quando governavano, hanno mostrato su temi quali le privatizzazioni e la politica estera. Ha anche colto l'esigenza di proporre dei sogni (realizzabili), come gli Stati Uniti del mondo e "mai più guerre nel mondo", in analogia a quanto socialisti di altre generazioni proponevano per l'Europa (qui c'è l'eco delle idee radicali). Si è anche posto il problema dell'ascolto del disagio delle nuove generazioni a cui darebbero espressione no global e contestatori di ogni tipo; ma non vi è anche il disagio espresso dai giovani, magari figli dei tanti Cipputi, che votano Forza Italia? L'ex portav...