2002, Numero 5/6
LA REPUBBLICA, IDEOLOGIA ITALIANA
di Tullio Gregory
Quentin Skinner apriva il suo classico studio sui fondamenti del pensiero politico moderno con un capitolo, dal significativo titolo «L'ideale di libertà», dedicato all'esperienza politica e istituzionale dei Comuni italiani, fra XII e XIV secolo. Prendeva le mosse da una testimonianza di uno storico tedesco. Ottone di Frisinga, che verso la metà del XII secolo registrava una nuova forma di organizzazione sociale e politica che andava caratterizzando l'Italia settentrionale: ponendo fine al presupposto corrente secondo il quale le monarchie ereditarie costituivano l'unica valida forma di governo, le città erano diventate «così desiderose di libertà» da trasformarsi in repubbliche indipendenti governate «dalla volontà dei consoli piuttosto che dei monarchi»; consoli «cambiati quasi tutti gli anni» per porre freno a una loro eventuale «brama di potere», così da garantire la libertà del popolo. Seguiva un'altra emblematica testimonianza di un cronista che, narrando dei negoziati fra i Comuni, l'Imperatore e il Papa dopo la sconfitta inflitta al Barbarossa dalla Lega Lombarda, ricordava il discorso dei legati di Ferrara sull'«onore e la libertà d'Italia»: i cittadini del Regnun Italicu...
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