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2002,
Numero 5/6

UN GIGANTE DELLA REPUBBLICA

di Antonio Ghirelli

C'è il rischio che, parlando di Bettino Craxi, mi commuova. Con lui ho perduto un maestro di politica e di milizia socialista, un grande amico, un umanissimo compagno. Ma la mia commozione non nasce soltanto dal vuoto che lascia dietro di sè una persona coś vitale, coś decisiva, l'uomo con il quale ho lavorato dieci anni, senza conoscere un solo giorno di contrasto o di delusione, e che balza fuori in tutta la sua ardente verità dalle pagine di questo libro, omaggio del suo personale, scanzonato ed insieme devoto fotografo. La commozione nasce anche forse soprattutto dalle ultime pagine del libro di Umberto. Nasce dalla visione delle fasce, delle bende, delle scarpe squarciate che, negli ultimi tempi dell'esilio di Hammamet, Bettino era costretto a portare. Dall'immagine del suo grosso corpo, crudelmente svuotato e come disossato dalla malattia; l'immagine del viso smunto, degli occhi smarriti con cui sembra guardare senza vederli i nipotini che gli si stringono intorno negli ultimissimi giorni di vita. La commozione nasce dalla stoica scelta che egli ebbe il coraggio di fare quando rifiuṭ di implorare la pietà dei suoi persecutori, preferendo la libertà alla possibile salvezz...