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2002,
Numero 2

QUESTIONE IRRISOLTA

di Danilo Di Matteo

Di solito si dice che il nostro è il paese della dietrologia, intesa come vaniloquio. A volte, però, anche i "se" e i "ma" aiutano a comprendere vicende complesse e si intrecciano con riflessioni sul passato e sull'oggi. È il caso di due interviste che ho letto in questi giorni: una a Salvo Andò, pubblicata sull'ultimo numero di "Critica Sociale", e un'altra ad Amato, pubblicata anche da "la Repubblica" nell'agosto 2000 ma rilasciata a "Reset". Amato ricorda i tentativi di eleggere Giolitti segretario, nel '76 e di nuovo nell'80, il suo successivo allontanamento dalla componente giolittiana dinanzi alla capacità di Craxi di far valere la voce del partito e di inserirlo nella famiglia del socialismo internazionale; ricorda poi la "felice ambiguità" con cui nacque il primo governo Craxi (alleanza con la DC in vista dell'alternativa), i motivi di fondo del disaccordo con Giolitti, il quale non credeva proprio a quella "felice ambiguità", pensando che ormai Craxi perseguisse un'intesa strategica con la DC, il fatto che dopo l'89 Craxi fosse il leader potenziale di tutta la sinistra italiana; ricorda infine quello che secondo lui fu un errore madornale di Craxi e cioè la f...