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2002,
Numero 1

IL PASTICCIACCIO DELLA SME

di Massimo Pini

Nel 1962, a seguito della nazionalizzazione dell'energia elettrica, la finanziaria elettrica dell'Istituto, SME, che aveva sede a Napoli, venne trasformata in finanziaria alimentare: in essa confluirono aziende già controllate da privati (Motta, Alemagna, Star, Cirio, ecc.) alcune in cattive acque. Nel marzo 1983 Prodi nominò Giuseppe Rasero alla testa della SME, e il 20 novembre 1984 il comitato di presidenza dell'Istituto approvò il piano di sviluppo proposto dal nuovo dirigente e dette il via alla definizione dei rapporti con l'industriale privato Danilo Fossati, e a un programma di fusioni. Il 21 marzo 1985 SMESIDALM davano incarico ai professori Roberto Poli e Luigi Guatri di procedere alla valutazione delle aziende controllate per determinare il valore di concambio delle azioni: le perizie furono approvate dal consiglio di amministrazione della SME il 24 aprile 1985. Ma proprio il 24 aprile Prodi informò il comitato di presidenza dell'IRI della possibilità di vendita della finanziaria, senza però citare il nome dell'acquirente: nonostante che nella finanziaria SME fossero stati iniettati 435 miliardi di capitale pubblico, più altri 160 per la SIDALM, e che tutto fosse stato p...