2002, Numero 1
LA CRISI DELL'INTERNAZIONALISMO NEL SOCIALISMO EUROPEO
di Pio Marconi
Nel secondo dopoguerra l'internazionalismo socialista vive in Europa una stagione di grande vitalità. I partiti socialisti europei riescono a porre in atto un programma di coerente difesa del mercato e delle libertà individuali strettamente collegata a principi di equa distribuzione delle risorse sia all'interno della società europea sia all'esterno. I punti salienti del programma e dell'innovazione socialista in questa fase sono almeno quattro. 1. L'antitotalitarismo coerente. I socialisti europei non hanno considerato il 1945 come una data terminale della lotta antifascista ed antitotalitaria. A partire dalla fine del conflitto mondiale hanno costantemente agito per il proseguimento del processo di consolidamento delle libertà nel continente. Il 1945, 25 aprile e 8 maggio, aveva portato alla sconfitta del fascismo e del nazismo, ma l'Europa era costretta ancora a convivere con le macerie degli anni '20 e degli anni '30. In Spagna e in Portogallo esistevano regimi autoritari, in Grecia esisteva una democrazia in bilico poi sfociata nel regime dei colonnelli e ad est, al nazismo che aveva privato di libertà Stati indipendenti ed anche paesi di solida tradizione liberale, si era sos...
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